Si è celebrata ieri, 4 luglio, dinnanzi al Giudice di Trani Ivan Barlafante l’udienza preliminare del procedimento penale nei confronti del 52enne reo confesso Luigi Leonetti, accusato del femminicidio della moglie Vincenza Angrisano, 42enne, originaria di Barletta, da lui uccisa con un coltello da cucina martedì 28 novembre 2023 nell’abitazione alla periferia di Andria che i due condividevano, da separati in casa, insieme ai due figli di 6 e 12 anni.
Il pubblico ministero Francesco Chiechi ha chiesto il rinvio a giudizio dell’uomo, che attualmente si trova nel carcere di Lucera, per le ipotesi di reato di omicidio volontario, con le aggravanti della premeditazione, dei motivi futili e abietti, di aver commesso il fatto alla presenza dei figli minori e in danno del coniuge, nonché per maltrattamenti in famiglia e lesioni colpose.
Le parti civili delle quali è stata ammessa la costituzione (tra cui i figli, la mamma e le sorelle della vittima) hanno avanzato richieste risarcitorie cumulativamente ammontanti a circa due milioni e mezzo di euro.
L’omicidio sarebbe maturato in un contesto di coppia tossico e mortificante per la donna, perseguitata dalla gelosia ossessiva di Leonetti, che nutriva profonda invidia nei confronti della moglie per i suoi successi professionali (tanto da minacciarla di buttare per strada i prodotti di bellezza che la vittima deteneva in conto vendita). Anche ad un’amica, con un messaggio vocale inviato pochi giorni prima di morire, Angrisano aveva confermato che negli ultimi giorni cercava di evitare il più possibile di stare in casa, temendo per la propria incolumità.
L’intento omicidiario si sarebbe determinato e rafforzato a partire dalla sera del 23 novembre, quando la vittima si era rivolta al Pronto Soccorso di un ospedale della BAT per farsi medicare, dichiarando di avere ricevuto due ceffoni dal marito dopo che gli aveva manifestato l’intenzione di procedere formalmente con la separazione dando mandato ad un avvocato. Pare che Enza Angrisano avesse anche manifestato a Leonetti la volontà di rifarsi una vita, accanto ad un’altra persona, dopo essersi resa conto che il rapporto coniugale era ormai alla deriva (l’uomo, secondo la tesi sostenuta dall’accusa, avrebbe reso la convivenza ormai intollerabile, disinteressandosi persino dei bisogni, anche economici, della famiglia).
Marina Poci
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