Una richiesta di fornire tutta la documentazione in possesso dell’ufficio è pervenuta all’attuale direzione strategica della Asl Brindisi da parte della Procura generale della Corte dei Conti in relazione alla decisione dell’allora direttore generale Giuseppe Pasqualone di affidare i terreni e gli immobili sui quali insiste l’azienda agricola “Signora Pulita”, oggetto di un contenzioso con i signori Caramia terminato nel 2015, agli stessi soggetti che in quel processo erano stati le controparti (soccombenti in primo grado e in appello) dell’azienda sanitaria locale.
A volerci veder chiaro, paventando un possibile danno erariale, sono stati i revisori contabili che hanno sollecitato l’attenzione dei magistrati contabili sulla delibera dell’aprile 2019 con la quale Pasqualone ha sottoscritto una transazione in cui, in cambio della mera rinuncia a proporre ricorso in Cassazione, i Caramia hanno ricevuto in affitto l’intera azienda (numerosi immobili e sessanta ettari di terreno) per 15 anni (con tacito rinnovo per altri 15) pagando l’esiguo canone di circa mille euro al mese.
La vicenda ha preso avvio dalla donazione del cavaliere Marzio Perrini all’ospedale di Fasano negli anni Quaranta. Il contenzioso era nato nel 2000 quando l’allora Ausl Br/1 aveva chiesto di tornare in possesso dell’azienda agricola condotta dalla famiglia Caramia in forza di un contratto avviato nel 1975 e che era scaduto alla fine dell’annata agraria 1996/97. Sin dal 1996 l’azienda sanitaria aveva intimato formale disdetta, senza però riuscire a rientrare in possesso del bene. A sua volta la famiglia Caramia, oltre a respingere la richiesta di restituzione, aveva proposto una domanda di indennizzo di 4 miliardi di lire (circa due milioni di euro) per miglioramenti apportati ai terreni e agli immobili. La masseria e i terreni sono quelli di contrada Salamina, in agro di Fasano, occupati dall’azienda agricola “Signora Pulita” che negli ultimi anni ospita tra l’altro un bed & breakfast, oltre a due campi di tiro al piattello, dove si organizzano importanti manifestazioni.
Per i revisori dei conti sarebbe evidente la sproporzione tra il canone mensile e gli immobili e terreni a disposizione dei titolari dell’azienda: dopo circa quattro anni e mezzo anche i procuratori contabili, hanno deciso di approfondire la questione al fine di verificare la correttezza e la congruità dell’operazione transattiva.
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