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Bari, amianto: riconosciuta malattia professionale a tecnico Telecom

Un uomo di 82 anni, F. V., che ha lavorato per 31 anni come assistente tecnico nella sede di Bari di Telecom Italia, si è visto riconoscere dal Tribunale del Lavoro del capoluogo adriatico la malattia professionale, con condanna dell’INAIL alla corresponsione della rendita mensile, per aver prestato servizio in ambienti contaminati dall’amianto senza usare dispositivi di protezione individuale: l’esposizione ha provocato al dipendente placche pleuriche calcifiche bilaterali.
A rendere noto il provvedimento è stato l’ONA, (Osservatorio Nazionale Amianto), il cui presidente, Ezio Bonanni, ha dichiarato: “La sentenza dimostra come l’esposizione professionale sia stata per anni sottovalutata, quando non del tutto ignorata, da istituzioni e datori di lavoro. Agiremo anche per ottenere il risarcimento dei danni e la maggiorazione della pensione”.
L’ex assistente, che nel 2020, al rifiuto dell’INAIL di riconoscere la causa di lavoro, ha depositato ricorso in Tribunale, ha svolto per 31 anni mansioni di controllo e collaudo nella rete telefonica, maneggiando materiali coibentati con amianto nella sede della società telefonica a 50 metri dallo stabilimento Fibronit di Bari, noto per la produzione di manufatti in cemento amianto”. “Il lavoratore”, spiegano ancora dall’ONA, “è stato esposto direttamente a fibre aerodisperse durante ispezioni, sopralluoghi e operazioni tecniche, senza alcun presidio di sicurezza individuale” e “ha utilizzato per anni, come i suoi colleghi, un telo ignifugo contenente amianto crisotilo, fornito dall’azienda per proteggere materiali durante le saldature: un uso quotidiano che ha aggravato l’esposizione all’amianto”.
Marina Poci