
I Finanzieri del II Gruppo Bari, unitamente ai Funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, quotidianamente impegnati nel dispositivo di contrasto ai traffici illeciti presso il locale scalo aeroportuale “Karol Wojtyla”, hanno sottoposto a sequestro 6 cani da compagnia e 4 passaporti falsificati. Gli accurati controlli, eseguiti a seguito di un’analisi mirata dei rischi sul traffico passeggeri/merce in entrata nel territorio nazionale, hanno permesso di intercettare un passeggero proveniente da Mosca via Istanbul (TK) con al seguito 6 cani da compagnia riconducibili alle razze “Pomeranian”, “Bedlingtion” e “Chihuahua” con 4 passaporti riportanti informazioni fittizie.
L’esame preliminare della documentazione accompagnatoria fornita all’atto del controllo ha fatto sorgere dubbi sul rispetto degli adempimenti sanitari previsti per il trasporto degli animali da compagnia. Da ulteriori approfondimenti esperiti, è stato rilevato che sugli animali erano stati apposti microchip non corrispondenti ai documenti di accompagnamento, risultati poi artefatti.
A seguito degli ulteriori accertamenti di natura amministrativa e sanitaria avviati nell’immediato, è stata ravvisata la condotta penalmente rilevante a carico del passeggero per falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, omessa dichiarazione doganale, contrabbando aggravato, nonché violazioni della legge regionale in ambito veterinario. I cuccioli, una volta immessi nel circuito commerciale, avrebbero fruttato un guadagno pari a circa € 6.000,00.
La meticolosa attività di polizia doganale ha permesso di rilevare una pratica illegale e diffusa nel settore veterinario in grado di mettere a serio rischio la salute pubblica e quella degli animali da compagnia esponendo gli stessi a condizioni di trasporto rischiose e potenzialmente letali. Il fenomeno si sostanzia nella falsificazione dei documenti di trasporto e sanitari al fine di eludere i controlli delle Autorità e di renderne più agevole l’introduzione nello Stato. Nella maggior parte dei casi, gli animali oggetto di queste tratte non godono delle condizioni sanitarie minime richieste dalla normativa per il trasporto e la successiva vendita.