Bari, soldi per far saltare le liste d’attesa: l’ex oncologo in carcere per scontare 5 anni

Vito Lorusso, il 70enne ex primario del reparto di Oncologia Medica dell’Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari, si trova da qualche giorno nell’istituto penitenziario di Turi dopo che è divenuta irrevocabile la condanna a cinque anni, patteggiata il 14 maggio scorso nel processo in cui era accusato di peculato, concussione, truffa aggravata e accesso abusivo al sistema informatico commessi da giugno 2017 a luglio 2023: nel processo è stato accertato che Lorusso ha intascato soldi dai pazienti per velocizzare i ricoveri e far saltare le liste d’attesa.
Il Tribunale di Bari ha disposto nei suoi confronti anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e il divieto di contrarre con la pubblica amministrazione.
Lorusso, padre dell’ex consigliera comunale Maria Carmen Lorusso e genero dell’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, entrambi coinvolti nell’indagine sullo scambio elettorale politico-mafioso al Comune di Bari, risulta a sua volta indagato anche in quest’ultima inchiesta in quanto, stando alla ricostruzione della Direzione Distrettuale Antimafia barese, per favorire l’elezione della figlia alle elezioni amministrative del 2019, si sarebbe accordato per curare un nipote del boss Savinuccio Parisi, ottenendo in cambio i voti del clan.
Marina Poci
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