Brindisi, voto di scambio: depositata perizia tecnica, ora è caccia al politico coinvolto

Di Marina Poci per il numero 387 de Il7 Magazine
È stata depositata presso la segreteria del sostituto procuratore della Repubblica di Brindisi Mauron Gallone, titolare del relativo fascicolo, la perizia tecnica di acquisizione dei dati dai telefoni cellulari e da una scheda sim appartenenti alle cinque persone indagate per corruzione elettorale nell’ambito dell’inchiesta che mira a far luce su una presunta compravendita di voti a 30 euro, da documentare con una foto inviata dal seggio elettorale, nel corso delle ultime elezioni amministrative nel capoluogo (risalenti al maggio 2023): ad eseguire l’accertamento tecnico irripetibile è stato il dottor Silverio Greco, titolare di uno studio di informatica forense, specialista in Sistemi di Telecomunicazioni e docente universitario a contratto di Crimini Informatici e Indagini Digitali presso l’Università degli Studi di Milano.
Il perito nominato dalla Procura ha avuto il compito di estrarre dai dispositivi sequestrati dagli inquirenti copia forense di una vasta mole di dati (chiamate, messaggi di testo, file audio e video e conversazioni sulle piattaforme social WhatsApp, Facebook, Instagram e TikTok) sulla base delle quali, qualora fossero utili a risalire al soggetto che ha commissionato il procacciamento delle preferenze e al politico destinatario della raccolta di voti, potrebbe essere formalizzata l’accusa di corruzione elettorale, al momento non ancora presente nei capi di imputazione.
L’inchiesta è una costola del procedimento penale che ha indagato su una serie di furti di automobili con la tecnica del cosiddetto “cavallo di ritorno” (restituzione dei veicoli in cambio di somme di denaro) avvenuti nei parcheggi dei centri commerciali brindisini e dell’ospedale Antonio Perrino: nell’ambito di quel procedimento (che vede ventinove indagati rispondere a vario titolo dei reati di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, estorsione, ricettazione, furto aggravato in concorso e violazione agli obblighi e prescrizioni imposti alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza) fu arrestato, tra gli altri, Vincenzo Corsano, detto “Chiavolla”, 53enne brindisino, ritenuto il “capo promotore ed organizzatore” del presunto gruppo criminale dedito ai furti, il quale risulta anche tra gli iscritti nel registro degli indagati nel fascicolo sul voto di scambio come colui che avrebbe “avuto contatti con una persona non meglio identificata la quale in occasione delle competizioni elettorali” che si sono svolte a Brindisi nel 2023 lo “incaricava” “affinché si adoperasse nel procurare dei voti da parte di cittadini non meglio identificati, previo compenso di danaro pari a circa 30 euro per preferenza”.
Gli altri indagati nel fascicolo sono Pamela Corsano, 34 anni, nipote di Vincenzo; Alessandro Picciolo, 38 anni; Serena Iurlo, 32 anni; Antonio Picciolo, 47 anni, tutti brindisini e residenti a Sant’Elia, quartiere nel quale si sarebbe concentrata principalmente la compravendita dei voti.
Fu proprio ascoltando le intercettazioni telefoniche e ambientali delle conversazioni di Corsano con un altro indagato nel filone principale dell’inchiesta che sarebbero emersi gli elementi in grado di affermare il “ruolo di primaria importanza” che il 53enne avrebbe rivestito nel procacciamento dei voti per conto di tale Andrea (persona già nota alle forze dell’ordine), intermediario tra Corsano e il politico (o il partito, o il movimento) in favore del quale venivano procurate le preferenze: in una di queste intercettazioni “Chiavolla” avrebbe fatto riferimento alle proteste di Andrea, che non intendeva corrispondere la cifra di 90 euro, in quanto un cittadino coinvolto nello scambio aveva inviato dal seggio la stessa foto tre volte piuttosto che tre foto diverse (a documentare tre voti distinti).
Sul nome del politico, in attesa di quanto potrà rivelare (o meno) la perizia, vige al momento il più stretto riserbo, ma alcune fonti parlano di un candidato a consigliere comunale per il quale Corsano sembrerebbe avere profetizzato nelle intercettazioni un destino da assessore.
Gli accordi di scambio potrebbero avere interessato entrambi i turni della competizione elettorale per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale, quello del 14 e 15 maggio, con un confronto a quattro tra Giuseppe Marchionna (candidato per il centrodestra), Roberto Fusco (candidato per centrosinistra e Movimento Cinque Stelle), Riccardo Rossi (sostenuto da un’unica lista facente capo alla sinistra più radicale) e Pasquale Luperti (Movimento Regione Salento) e quello del 28 e 29 maggio, in cui Marchionna risultò poi vincente su Fusco.
La perizia, disposta per accertare “la veridicità, la natura e la frequenza di questo scambio di denaro dietro votazione per uno specifico candidato politico”, scambio che avrebbe potuto contare sulla capacità di Corsano di interferire sul libero esercizio del voto in un quartiere nel quale la sua influenza è ritenuta particolarmente pervasiva, è ora sulla scrivania del pubblico ministero Mauron Gallone e non è escluso che a breve siano emessi altri provvedimenti.