Un agente di Polizia Penitenziaria è stato aggredito sabato 1 giugno nel carcere di Taranto da un detenuto di origini serbe di 40 anni, che sta scontando nel penitenziario jonico una pena di 15 anni di reclusione per reati contro il patrimonio: senza alcun motivo, il sovrintendente è stato colpito violentemente con alcuni pugni al viso, mentre era intento a dare spiegazioni ad un altro detenuto.
Lo ha reso noto Federico Pilagatti, segretario regionale del SAPPE (Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria), il quale ha anche precisato che il detenuto non è nuovo a condotte del genere e che nei trenta penitenziari italiani in cui è stato ospitato è sempre stato estremamente aggressivo nei confronti del personale, in alcuni casi provocandone lesioni tali da richiedere il ricovero in ospedale.
Il sovrintendente è stato salvato dai colleghi, che lo hanno messo in sicurezza e gli hanno prestato le prime cure.
“Perché nonostante tutti i proclami della politica questi detenuti che si macchiano di tali reati continuano a rimanere impuniti? I dati della violenza nelle carceri sono drammatici con 1.760 casi di violenza e 8.164 atti di minaccia, ingiuria, oltraggio e resistenza nel 2023. Nei primi cinque mesi del 2024, le aggressioni sono state 708, mentre gli atti di violenza e resistenza hanno raggiunto quota 3.362”, ha commentato Pilagatti, precisando che “il SAPPE alcuni giorni fa ha scritto al Prefetto di Taranto, in qualità di massimo rappresentante del governo sul territorio, nonché responsabile della sicurezza pubblica poiché quello che accade nel carcere del capoluogo jonico ogni giorno diventa sempre più preoccupante”.
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