Non ci sarebbero segni di violenza né ferite da difesa sul corpo della 26enne originaria di Ugento che nella mattina del giorno dell’Epifania è stata trovata impiccata, con una sciarpa della locale squadra di calcio, alla pensilina dell’appartamento di Casarano nel quale da qualche mese viveva da sola: sono questi i primi esiti dell’esame autoptico svolto dal medico legale Alberto Tortorella oggi, 8 gennaio, nell’obitorio dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce.
All’esame ha partecipato anche il dottor Vincenzo Garzya, nominato dalla famiglia della giovane quale perito di parte. Per il resto degli accertamenti, in particolare per quelli tossicologici, occorrerà attendere qualche settimana.
Al momento non figurano indagati nel procedimento aperto per istigazione al suicidio dalla pm della Procura di Lecce Rosaria Petrolo: oltre ai famigliari, sono stati sentiti un uomo facente parte della tifoseria organizzata della squadra del Casarano, che avrebbe frequentato la ragazza negli ultimi mesi e con il quale la 26enne è stata vista litigare in un pub poche ore prima del presunto suicidio, nonché i testimoni del violento diverbio tra i due. Tutti sono stati assunti a sommarie informazioni come persone informate sui fatti.
La madre della giovane non crede all’ipotesi del suicidio e ritiene che la figlia stesse vivendo un periodo sereno della sua vita, incompatibile con il gesto volontario di togliersi la vita. Va detto comunque che la ragazza, operaia in un’azienda calzaturiera del posto, era seguita da uno psicoterapeuta, al quale si era rivolta in un momento di particolare fragilità.
Il rapporto con il tifoso del Casarano, secondo quanto le persone che la conoscevano hanno riferito, sarebbe stato altalenante e caratterizzato da continue discussioni: in ogni caso, la sciarpa con la quale la ragazza si sarebbe impiccata era stata un regalo dell’uomo.
La salma è intanto stata restituita ai famigliari, in attesa che venga fissata la data dei funerali.
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