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Catania, arrestati due leader anarcoinsurrezionalisti: uno è un brindisino di 22 anni

Due uomini, Luigi Bertolani, di 33 anni, residente a Catania, e Gabriele Venturi, di 22, residente a Brindisi, sono stati arrestati e condotti in carcere nella mattinata di oggi, 20 novembre, nell’ambito dell’inchiesta “Ipogeo” della Digos della Questura di Catania su devastazioni e saccheggi verificatisi nella città siciliana durante il corteo del 17 maggio scorso contro il ddl Sicurezza.
I due sono indicati dalla Procura della Repubblica catanese come leader di movimenti anarcoinsurrezionalisti presenti a Catania e Bari.
Secondo il Giudice per le indagini preliminari “appaiono soggetti socialmente pericolosi e strutturati nella devianza con finalità criminale, che hanno dato sfogo alla loro indole violenta e delinquenziale che li contraddistingue, nel corso di un manifestazione pacifica di protesta sociale, mettendo a rischio l’incolumità delle forze di polizia e creando un pericolo concreto per l’ordine pubblico e per la popolazione cittadina (compresi i manifestanti pacifici, ndr) che assisteva spaventata alle condotte violente”.
Nei confronti di un terzo soggetto, che si trova all’estero, è stato emesso un mandato di arresto europeo.
Gli agenti della Digos hanno visionato una notevole quantità di video, isolando quei frame che fornivano particolari importanti riuscendo a identificare i tre destinatari del provvedimento restrittivo e gli altri 13 indagati.
Perquisizioni domiciliari sono state eseguita dalla polizia con la collaborazione delle Digos di Palermo, Bari, Brindisi, Messina e Siracusa Secondo le indagini della Digos della Questura di Catania, gli indagati si erano collocati in coda al corteo, in esecuzione di un piano preordinato secondo la Procura.
Prima di arrivare in piazza Lanza davanti al carcere si sarebbero travisati, indossando tute scure e cappucci, per evitare di farsi identificare. Davanti alla casa circondariale, ricostruisce la Procura, avrebbero dato vita a “un fitto lancio di pietre, petardi, bombe carta, ordigni esplosivi preparati con liquido infiammabile, nonché all’accensione di petardi, tutti lanciati ad altezza d’uomo e rivolti all’indirizzo degli operatori di polizia presenti e posti a tutela del predetto istituto penitenziario”.
La devastazione sarebbe proseguita con violenza, usando pietre e martelli, alcune grosse vetrate e lastroni di marmo di negozi e alberghi, provocando ingenti danni, mentre i passanti scappavano impauriti.