Si è svolta oggi, 11 luglio, l’autopsia sul corpo della 25enne fasanese Clelia Ditano, morta la notte tra domenica 30 giugno e lunedì 1 luglio precipitando per circa 15 metri nel vano ascensore della palazzina di proprietà di Arca Nord Salento in cui risiedeva insieme ai genitori: Domenico Urso, il medico legale incaricato dalla PM della Procura della Repubblica di Brindisi Livia Orlando, avrebbe accertato che la giovane è morta sul colpo a causa della gravissima lesione encefalica riportata in seguito all’impatto con il tetto della cabina. In ogni caso, i risultati dell’esame saranno sul tavolo della magistrata tra 60 giorni da oggi.
Nel contempo, sono stati disposti ulteriori accertamenti: il primo sullo smartphone della ragazza, che sarà svolto dall’ingegnere Sergio Civino, per ricostruirne gli ultimi momenti di vita, e il secondo sull’impianto, affidato all’ingegnere Massimiliano Bursomanno, al fine di accertare le cause del malfunzionamento che ha provocato l’apertura della porta dell’ascensore nonostante la cabina non si trovasse al piano.
Intanto, la PM ha dato il nulla osta per la restituzione della salma di Clelia Ditano alla famiglia, che ha già provveduto a fissare i funerali per domani, 12 luglio, alle 16, presso la chiesa di Sant’Antonio di Fasano.
Per la morte di Ditano sono indagate al momento quattro persone: l’amministratore di condominio della palazzina di proprietà di Arca Nord Salento, il legale rappresentante della ditta che ha curato la manutenzione dell’impianto, il responsabile tecnico e un dipendente.
La giovane era rientrata a casa per lasciare la borsa, con l’intenzione di scendere nuovamente per fare quattro chiacchiere con gli amici. Uscita dall’appartamento, ha dato dunque per scontato che l’ascensore fosse rimasto al quarto piano, mentre in realtà la cabina, nonostante la porta dell’impianto si sia aperta, era scesa tre piani più giù: la giovane è quindi precipitata nel vuoto, finendo sul tetto dell’ascensore, fermo al primo piano. La mamma di Clelia, Giusy Angiulli, che si sposta su una sedia a rotelle, che sarebbe voluta scendere per portare giù la spazzatura, ha rischiato a sua volta di precipitare allo stesso modo della figlia, ma fortunatamente si è resa conto in tempo dell’assenza della cabina al piano. Per ore nessuno si è accorto di quanto accaduto alla giovane. Soltanto dopo molto tempo, i genitori, allarmati per non averla vista rientrare, hanno provato a chiamarla al telefono: sentendo la suoneria provenire dalla tromba dell’ascensore, il padre ha acceso la torcia del proprio cellulare e ha scorto il corpo della ragazza tre piani più sotto.
Marina Poci
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