Contratto sviluppo Lecce e Brindisi: anche gli altri Comuni chiedono ascolto a Rossi

I Sindaci di Carovigno, Ceglie Messapica, Cisternino, Erchie, Fasano, Francavilla Fontana, Latiano, Mesagne, Oria, Ostuni, San Michele Salentino, San Vito dei Normanni, Torre Santa Susanna, Villa Castelli hanno chiesto al sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, un incontro urgente per chiedere di valutare l’inserimento di tutte le realtà dell’area vasta brindisina nel Contratto istituzionale di sviluppo Brindisi – Lecce. In un incontro che si è tenuto nei giorni scorsi era stata avanzata l’ipotesi di includere i Comuni a sud della provincia, quelli cioè che si trovano geograficamente tra i due capoluoghi interessati.

“Il confronto avuto di recente dai sindaci di Brindisi e Lecce con il Ministro per il Sud Giuseppe Provenzano e con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mario Turco non può che essere considerato un incontro interlocutorio per stabilire se esistono realmente i presupposti per varare un Contratto Istituzionale di Sviluppo che abbracci le stesse due province salentine. Al momento – come è noto non è possibile andare oltre semplici ipotesi in riferimento ad una eventuale dotazione finanziaria di tale Cis, in quanto le somme non sono attualmente disponibili.
E’ giusto, in ogni caso, porre le basi per stabilire come si potrebbero eventualmente utilizzare le risorse statali, nell’ottica di una crescita economica ed occupazionale di questo territorio e certamente non per dar vita ad una distribuzione ‘a pioggia’ di denaro pubblico, senza alcuna finalizzazione diretta allo sviluppo”, è scritto in una nota.
“Le scelte, quindi – proseguono – devono essere ponderate e razionali e non possono non partire dall’area vasta brindisina e, per quanto di competenza, da quella leccese. Per questa ragione, i sindaci firmatari chiedono al presidente della Provincia di Brindisi Riccardo Rossi di convocare in tempi brevi un incontro allargato a tutti i sindaci del territorio in maniera tale da verificare l’esistenza di progettualità avanzata e di confrontarsi sugli
interventi che – cogliendo in pieno la logica dei Cis – potrebbero generare crescita economica ed occupazionale. E’ evidente, infatti, che l’unica ‘cerniera’ possibile tra le due province è rappresentata dalla capacità di progettare interventi in grado di determinare oggettive condizioni sinergiche di sviluppo territoriale”.



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