Costringe la figlia 16enne a fare sesso online con l’amante virtuale: arrestata 46enne salentina

Una donna salentina di 46 anni e un 52enne di Milano sono stati arrestati e condotti in carcere in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce Anna Paola Capano su richiesta della PM della locale Procura della Repubblica Erika Masetti: la donna avrebbe instaurato una relazione virtuale con l’amante residente al Nord, credendolo un ragazzo, e su richiesta di questi, per circa tre anni avrebbe costretto la propria figlia, ora 17enne, a videochiamate di contenuto apertamente sessuale con l’uomo. Il 52enne, con precedenti specifici, avrebbe obbligato la ragazza a chiamarlo ad intervalli di un’ora e mezza durante tutta la giornata e ad inviargli foto intime (in tre anni circa 10mila). Per poter chattare senza essere controllata, la donna avrebbe somministrato al marito quantità di ansiolitici dieci volte superiori al necessario, per stordirlo ed evitare che interrompesse le sessioni di sesso virtuale in cui coinvolgeva la figlia.
Dalle indagini è emerso che l’uomo in appena due mesi avrebbe inviato alla minorenne circa 85mila messaggi su un telefono che lui stesso le avrebbe procurato, all’interno del quale era stata scaricata l’applicazione “Cerberus”, che consente di attivare da remoto fotocamera e microfono del cellulare, riuscendo così a controllare ogni movimento della minore. Quando la figlia rifiutava di assecondare le perversioni sessuali della coppia di amanti, la donna le infliggeva punizioni corporali, quali tagli su gambe e braccia, le cui foto inviava poi all’uomo. Sul computer del 52enne sono stati trovati migliaia di file di contenuto pedopornografico ritraenti la minore.
La ragazza avrebbe continuato a subire gli abusi della madre e del suo amante anche dopo il deposito della denuncia, risalente a gennaio scorso, da parte del padre, sprofondando in una gravissima depressione accompagnata da attacchi di panico, che spesso la costringerebbe a saltare la scuola. A far venire a galla la vicenda è stata una compagna di classe con cui la ragazzina si sarebbe confidata e alla quale avrebbe raccontato il motivo per il quale era costretta a non poter più seguire le lezioni.
Madre e amante sono accusati di pornografia minorile in concorso e di tentata violenza sessuale aggravata, in più l’uomo risponde anche di atti persecutori aggravati e la donna di maltrattamenti in famiglia aggravati.
Marina Poci
(foto di repertorio)
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