Due passanti salvi per miracolo, Cosimo morto sotto le macerie dopo l’esplosione

di Gianmarco Di Napoli

In quella casa al civico 19 di via Salvatore Di Giacomo, nella zona Cutrazzi di Carovigno, Cosimo Guarini (66 anni) la settimana scorsa aveva già acceso il climatizzatore montato sopra la finestra della stanza da letto. La sua era una di quelle case piccole in cui d’inverno fa freddo e d’estate si soffre maledettamente il caldo. E così quando in questo aprile un po’ matto si sono sfiorati i 30 gradi, e davvero non si respirava, aveva acceso il climatizzatore, messa da parte la stufa a gas e la piccola scorta di bombole che erano avanzate da un inverno non troppo rigido. Non pensava di riaccenderla più, ormai. Ma martedì notte fuori c’erano cinque gradi e nella stanza da letto non molti di più. E così ha preso una delle bombole, le ha collegate alla stufa e ha aperto il gas. Ecco, si stava meglio.
Alle 6.40 del mattino la gente è già in giro, ancor più nei paesi, in molti a quell’ora vanno a lavorare in campagna, proprio come faceva da giovane Cosimo. In via Di Giacomo, a 50 metri dalla casa, ci sono due persone a piedi sul marciapiedi opposto. Il gpl è un gas bastardo perché si appoggia sul pavimento e prima che te ne accorgi una stanza può essere per metà satura. Così basta aprire il frigorifero, o accendere la luce nel bagno, o sfregare la pietra focaia dell’accendino.
Cosimo Guarini non ha avuto il tempo di rendersi conto di nulla: l’esplosione è stata devastante e si è sfogata nell’unica via di fuga che ha trovato: la porta d’ingresso e la finestra della stanza da letto che danno sulla strada. Per fortuna il civico 19 non ha case di fronte perché si affaccia sull’incrocio con via Fucini e quindi i detriti, partiti come proiettili, sono quasi tutti finiti sull’asfalto.
Sotto choc i due uomini che erano a poche decine di metri di distanza e che hanno visto e sentito l’esplosione, spostati dal movimento d’aria, ma miracolosamente illesi. Hanno impiegato un po’ per capire
Quando sono arrivati sul posto i vigili del fuoco di Brindisi e Ostuni hanno intuito che ci sarebbe stato poco da fare per chiunque si trovasse in quella casa.
Da qualche anno Cosimo Guarini viveva da solo. Nel senso più profondo della frase. Per stare con la mamma era rientrato della Germania, aveva scelto di abitare con lei cui era legatissimo. E quando un anno fa era venuta a mancare era rimasto in quella casa vivendo di ricordi, non uscendo quasi mai, allontanandosi da pochi amici che ancora gli restavano. La pensione gli era sufficiente per campare dignitosamente, una sedia davanti all’uscio di casa era il suo contatto con il mondo, la sigaretta accesa e lo sguardo un po’ triste. Aveva due fratelli qui e una sorella, in Germania, con cui manteneva ottimi rapporti. Così come con il vicinato: un uomo mite, mai una lite con nessuno.
Il corpo di Cosimo era nella stanza da letto, sotto quintali di detriti. Una bombola di gas distrutta insieme alla stufa, altre, quelle di scorta, ancora integre. Per fortuna. Fuori, sull’asfalto, pezzi di infissi e di mobili ovunque. Dentro la casa è inagibile e pericolante, essendo venuto giù anche parte del soffitto. Il perimetro dell’abitazione è stato transennato, la strada messa in sicurezza. Pare non ci siano problemi di stabilità per le due palazzine confinanti, solo qualche danno.
Il cadavere del pensionato è stato trasferito nell’obitorio del cimitero di Ostuni, a disposizione della magistratura che dovrà decidere se disporre o meno l’autopsia. La sorella avrà così il tempo di tornare in paese e rendergli l’ultimo saluto che sicuramente molti tra i suoi concittadini vorranno riservargli: Cosimo Guarini era un uomo semplice, perbene. Carovigno non mancherà di onorarlo.