Restano agli arresti domiciliari Nicola Serinelli e Vitantonio Calandro, sindaci rispettivamente di Torchiarolo e Villa Castelli: il gip Paola Liaci ha negato loro la libertà non ritenendo credibili le spiegazioni fornite dai due, soprattutto alla luce della piena confessione che avrebbero reso i due imprenditori accusati di aver pagato tangenti, Pasquale Leobilla e Angelo Pecere. Questi ultimi, gli unici a essere finiti in carcere, hanno ottenuto gli arresti domiciliari
Sono tornati in libertà invece Francesco Pecere, Maurizio Nicolardi, Giovanbattista Selvaggi e Michele Zaccaria, funzionario del Comune di Squinzano, quest’ultimo difeso dall’avvocato Massimo Manfreda che ha dimostrato che all’epoca dei fatti l’indagato che assiste non rivestiva alcun incarico in seno all’Aro di Lecce e che quindi non avrebbe in alcun modo produrre atti contrari ai suoi doveri d’ufficio, non rivestendo affatto la carica di pubblico ufficiale.
Oltre ai due sindaci, resta ai domiciliari anche Giuseppe Velluzzi, maxi consulente di diversi Comuni pugliesi. Le accuse a vario titolo per politici e funzionari sono quelle di aver incassato soldi (da 3 a 5mila euro o in un caso favori sessuali) in cambio di corsie preferenziali o comunque vantaggi concessi agli imprenditori, amministratori di fatto della Reteservizi, società impiegata nel settore della nettezza urbana.