Erchie choc: nel dettaglio tutte le accuse mosse a sindaco e assessori

Di Marina Poci per Il7 Magazine
I profili di (presunta) responsabilità, per sindaco, due assessori e un ex dirigente di area, sono molti e piuttosto seri: si va dalla concussione all’abuso d’ufficio, dagli atti persecutori (il cosiddetto stalking) alla violenza sessuale aggravata dall’aver commesso il fatto contro un incaricato di pubblico servizio e dall’aver abusato di autorità e relazione d’ufficio, passando per il falso ideologico in atto pubblico, l’induzione indebita a dare o promettere utilità, nonché la raccolta, il trasporto e l’abbandono incontrollato di rifiuti speciali non pericolosi. Ecco perché definirlo “terremoto giudiziario”, quanto accaduto al Comune di Erchie nella prima mattinata del 9 gennaio, è persino riduttivo. In mezzo alle indagini della Procura della Repubblica di Brindisi, coordinate dal Procuratore Aggiunto Antonio Negro con i sostituti Giovanni Marino e Pierpaolo Montinaro (che hanno coperto un arco temporale compreso tra ottobre 2020 e maggio 2022) sono finiti i vertici politici e amministrativi di uno dei comuni più piccoli del brindisino, nel quale il personale è diventato politico nel senso deteriore e meno nobile dell’espressione.
Così, condividendo evidentemente l’impianto accusatorio della Procura e ravvisando tanto i gravi indizi di colpevolezza quanto le esigenze cautelari, la Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi, Barbara Nestore, ha sottoposto il sindaco Pasquale Nicolì, 69 anni, e l’assessore ai Servizi Ambientali, Lavori Pubblici e Polizia Urbana, l’81enne Vito Oronzo Bernardi, al provvedimento cautelare degli arresti domiciliari, mentre la 40enne assessora ai Servizi Sociali, Politiche Giovanili e Pari Opportunità Pamela Melechì e l’ingegnere Ciriaco Pasquale, 50 anni, ex responsabile dell’Area Tecnico-Amministrativa del Comune, alla misura di divieto di dimora in Erchie, che adesso è nelle mani del vicesindaco Giuseppe Polito, assessore a Igiene e sanità e Ambiente e difesa del territorio (comunque anch’egli indagato, insieme con l’assessora Lina Ferrara).
Sono bastate poche ore, infatti, alla Prefetta di Brindisi Michela La Iacona, per emanare – ai sensi della cd. Legge Severino – i decreti di sospensione dalle funzioni a carico dei politici destinatari delle misure cautelari della Gip.
Qualche ora in più, per dare conto ai cittadini di quanto era ormai su tutti i giornali online e le pagine social, ci ha messo quel che resta dell’amministrazione comunale. Il messaggio è lapidario: si parla di regolare svolgimento dell’azione amministrativa, non ostacolata dalla vicenda giudiziaria, di fiducia nell’operato della magistratura e degli organi inquirenti e di “attesa che i singoli amministratori chiariscano la propria posizione personale di fronte alla Giustizia”.
All’assessore Bernardi, 81 anni, viene contestata la violenza sessuale aggravata: avrebbe palpeggiato una giovane volontaria del servizio civile. La presunta vittima ha raccontato che, essendosi rivolta al sindaco Nicolì, quest’ultimo “forse per sminuire e fare cadere nel ridicolo il tutto, mi chiese come ero vestita, proferendo la seguente frase: avevi la minigonna?”.
Al netto della contestazione di violenza sessuale aggravata al solo Bernardi e di questa frase, la posizione più compromessa appare proprio quella del sindaco Nicolì, descritto nell’ordinanza di applicazione della misura degli arresti domiciliari come “incurante della necessaria separazione tra attività politica ed attività amministrativa, desideroso di affermare la preminenza della prima sulla seconda”, “convinto che la volontà politica del Comune di Erchie coincidesse con la propria” e, infine, “determinato ad assoggettare dirigenti e dipendenti alle proprie decisioni, anche quando prese contra legem”.
L’indagine, che ha coinvolto tre pubblici ministeri proprio per la complessità dei profili implicati e le diverse fonti dalle quali sono state acquisite le notizie di reato, è partita dall’atto di denuncia-querela dell’ingegner Antonio Gigli, Capo dell’Area Servizi Città, a cui Nicolì avrebbe reso la vita difficile dopo il rifiuto del tecnico di formalizzare la proroga retroattiva dell’affidamento della gestione dei servizi cimiteriali ad una cooperativa sociale il cui incarico era ormai giunto a scadenza del contratto. Il tentativo di condizionare Gigli, poi realmente rimosso dall’incarico e oggetto di una progressiva opera di delegittimazione (della quale vi sarebbe traccia anche in alcune delibere della giunta comunale), non andò a buon fine per l’opposizione manifestata dallo stesso ingegnere, a cui Nicolì, prima di sottrarre la funzione di responsabilità, con fare da caporione avrebbe detto frasi come “Qui comando io”, “Devi ubbidire se vuoi continuare a essere titolare dell’Area” “Per te è l’ultima chance”.
Ancora, a Nicolì, Melechì e Pasquale vengono contestati molteplici tentativi, rimasti senza esito, per impedire che Cosimo Carrozzo, già dipendente in un paese del leccese, venisse assunto al Comune di Erchie nell’ambito di un bando di concorso pubblico per la mobilità di un istruttore tecnico c1 per l’Ufficio Tecnico. Carrozzo nelle elezioni di settembre 2020, vinte da Nicolì, si era infatti candidato in una lista a sostegno della coalizione sfidante l’attuale sindaco: per questo motivo, Nicolì e gli altri avrebbero fatto pressioni su due membri della commissione valutatrice, affinché sottoponessero a Carrozzo, unico candidato, domande tecniche, non previste dal bando, così da poterne giustificare la mancata assunzione. I due membri in questione sarebbero stati minacciati di rimozione dai rispettivi incarichi, nel caso in cui non avessero escluso Carrozzo.
Nicolì e Bernardi sono accusati, inoltre, di avere tentato di rideterminare arbitrariamente alcune condizioni di un contratto di locazione di un immobile di proprietà del Comune regolarmente assegnato dalla precedente amministrazione comunale ad una cooperativa che gestisce un asilo nido: secondo quanto sostenuto dalla Procura, avrebbero provato ad aumentare il canone mensile (dagli iniziali 1.100 euro a 1.600 euro) e a ridurre la durata della locazione (dai nove anni pattuiti a quattro), ritenendo che il contratto sottoscritto fosse il frutto del comportamento di favore tenuto dai passati amministratori dei confronti dei conduttori.
Quanto alla vicenda rifiuti, le contestazioni riguardano l’assessore Bernardi, accusato dai Pubblici Ministeri di avere indotto il responsabile di una cooperativa (non più incaricata per conto del Comune di Erchie) a effettuare (in via confidenziale) un’attività di raccolta di rifiuti (ferro, legno, materiale informatico) presso un privato cittadino, proprio conoscente, rifiuti trasportati e abbandonati in un immobile di proprietà comunale, in attesa del successivo smaltimento.
Infine al sindaco Nicolì viene contestato di avere costretto, abusando della propria posizione e con minacce, la responsabile del settore Servizi sociali del Comune di Erchie a corrispondere indebitamente la somma di 2.500 euro a un’associazione locale, con ogni probabilità al fine di guadagnare consenso tra la cittadinanza.
Come detto sopra, anche gli assessori Polito e Ferrara sono coinvolti in alcuni filoni di indagine: in particolare, risultano indagati a piede libero per abuso d’ufficio e falso, con gli altri componenti della giunta comunale, in relazione agli atti propedeutici alla rimozione dall’Area Servizi della Città dell’ingegnere Antonio Gigli, il tecnico a partire dalla cui denuncia è iniziata l’inchiesta.
Nicolì, storico dirigente della Asl di Taranto, già primo cittadino nel 1982 con una lista civica di fuoriusciti dai vari partiti della Prima Repubblica, è stato rieletto nel 2020 in una lista civica di centro-sinistra, “Uniti per la svolta – Nicolì sindaco”. Nel corso della campagna elettorale, spesso caratterizzata da attacchi ad personam all’indirizzo dell’ex sindaco Margheriti e dei componenti di quella giunta, aveva fatto della trasparenza e del rispetto del principio di legalità i vessilli della sua futura azione amministrativa. In un post sulla pagina Facebook, a una manciata di giorni dall’elezione si legge: “Siamo stati i vincitori dell’ultima tornata elettorale perché sul palco di piazza Umberto I abbiamo parlato di legalità e trasparenza, e abbiamo fatto di questi valori l’essenza del nostro agire, ripudiando ogni pratica clientelare alla base del consenso; siamo stati per questo motivo premiati da voi cittadini, e salendo nuovamente sul palco, da vincitori, abbiamo ribadito con forza questo concetto, per delineare soprattutto una rottura col passato e col vecchio modo di fare politica”. A onor del vero, al momento non è questa l’unica grana giudiziaria del sindaco sospeso, imputato anche di diffamazione nei confronti dell’allora responsabile del settore Servizi Sociali del Comune di Erchie, la dottoressa Lucia Fanuli, oggi in servizio a Oria.
Per tutti gli indagati si attende adesso l’interrogatorio di garanzia che, soprattutto rispetto alla posizione di Nicolì, potrebbe essere dirimente anche in relazione alla scelta politica successiva di rassegnare eventualmente le dimissioni (con conseguente commissariamento del Comune sino a nuove elezioni).
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