Femminicidio di Taurisano: il killer della moglie tenta il suicidio in cella

Albano Galati, il 57enne di Taurisano indagato per l’omicidio della moglie 50enne di origini polacche Aneta Danelczyk e del tentato omicidio della vicina di casa nella cui casa la donna si era rifugiata nel tentativo di sfuggirgli, avrebbe provato a togliersi la vita nel carcere di Borgo San Nicola di Lecce strangolandosi con alcuni indumenti che indossava: i suoi avvocati hanno pertanto depositato un istanza chiedendo alla PM procedente, Giorgia Villa, che sia autorizzato l’ingresso nella casa circondariale di uno psichiatra di parte, al fine di valutare le condizioni psicofisiche dell’uomo.
Attualmente Galati, salvato dal pronto intervento degli agenti della Polizia Penitenziaria, è stato trasferito in una cella di isolamento ed è sorvegliato a vista per impedire l’eventuale compimento di ulteriori atti di autolesionismo.
In queste ore, intanto, la sostituta della Procura della Repubblica di Lecce ha conferito ad un perito informatico l’incarico per lo svolgimento degli accertamenti tecnici non ripetibili sui dispositivi elettronici delle parti, sottoposti a sequestro dopo la morte della donna: l’auspicio è che si possano ricostruire i rapporti tra i due, anche per stabilire se abbia fondamento l’aggravante della premeditazione.
Dopo l’omicidio, Galati, in evidente stato di alterazione psicofisica, ha chiamato il 113 ma, una volta condotto in commissariato, si è addormentato, probabilmente in preda ai fumi dell’alcol, e ha asserito di non ricordare quanto aveva fatto.
Il killer e la vittima, che si erano conosciuti in Svizzera (dove entrambi lavoravano), erano sposati da più di vent’anni e avevano quattro figli: recentemente l’uomo, gravato da precedenti di polizia, aveva perso il lavoro ed era seguito dai Servizi Sociali e anche da uno psichiatra. Stando a quanto riferito da alcuni testimoni, aveva confidato ad alcuni amici che aveva intenzione di commettere un omicidio, ma non era stato preso sul serio.
Danielczyk, secondo quanto emerso dall’esame autoptico effettuato dal medico legale Roberto Vaglio, è stata attinta da almeno venti coltellate, inferte con un coltello da cucina e con un taglierino (rinvenuto spezzato nell’abitazione): quella letale ha reciso un’arteria del braccio destro.
La Giudice per le indagini preliminari Giulia Proto ha definito la personalità dell’uomo “violenta e cruenta, priva di freni inibitori e capace di perpetrare delitti della più inaudita gravità”.
Marina Poci
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