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Imprenditore brindisino scomparso a Modena: ormai si cerca un corpo

di Marina Poci per il7 Magazine

Sembrerebbe essere ormai chiaro a tutti, famigliari compresi, che le operazioni di Carabinieri, Vigili del fuoco e volontari sono purtroppo incentrate sulla ricerca di un corpo: si affievoliscono sempre di più, infatti, mano a mano che passano i giorni, le speranze di ritrovare in vita l’imprenditore edile Salvatore Legari, cinquantaquattrenne originario di San Pancrazio Salentino e da diversi anni residente a Modena, città dalla quale è scomparso giovedì 13 luglio scorso gettando nella disperazione compagna, figli e famiglia di origine.
All’indomani dei primi sopralluoghi, profondamente toccanti appaiono le dichiarazioni che il figlio maggiore dell’uomo, Nicolas, ha rilasciato alcuni giorni fa a Valentina Reggiani, la giornalista de Il Resto del Carlino che con grande rigore segue il caso sin dall’inizio e, prima ancora che il ragazzo apparisse nella trasmissione televisiva di Rai Tre “Chi l’ha visto?”, è riuscita ad intervistarlo. “La mia sensazione è che sia accaduta la cosa più grave; se stanno scavando è per quel motivo lì. Vorrei fare un appello; chiedere alle forze dell’ordine di non smettere di cercare”, ha affermato Nicolas, aggiungendo che il padre, qualche giorno prima di sparire nel nulla, ha fatto cenno alla sua situazione economica in una telefonata con la ex moglie, dicendosi preoccupato di non riuscire a saldare alcune persone che avevano lavorato per la sua impresa, dal momento che lui stesso non aveva ricevuto dei pagamenti che gli erano dovuti.

Sono essenzialmente due i luoghi dove le squadre hanno lavorato, con l’ausilio di unità cinofile, escavatori e ruspe: la villa di Lesignana (frazione di Modena), nella quale Legari aveva effettuato, in subappalto con la propria impresa condivisa con un socio, lavori di efficientamento energetico, e una zona periferica di Sassuolo in località Borgo San Venezia, non lontano dal fiume Secchia, dove è stato ritrovato il furgone Citroen Jumpy bianco a bordo del quale l’uomo si è allontanato il giorno della scomparsa. Secondo quanto si apprende da fonti confidenziali, le ricerche – che sino a questo momento non hanno dato alcun esito – dovrebbero riprendere a breve.
L’ultima volta che Nicolas Legari ha visto il padre è stato domenica 9 luglio: hanno lavorato nella zona del reggiano e, dopo un pranzo insieme, si sono salutati. Il giovedì successivo, 13 luglio, Legari si è allontanato intorno alle 13 dall’abitazione modenese che condivide con la compagna, una trentacinquenne di nazionalità rumena alla quale sembrerebbe aver detto che si sarebbe recato a riscuotere un credito cospicuo (c’è chi parla di trecimila euro, chi – addirittura – di trentamila) per un lavoro concluso nei giorni precedenti. Tale ultima circostanza è stata confermata anche dal socio d’impresa dell’uomo, Doru, un muratore rumeno che ha provato a chiamarlo intorno alle 17, senza ricevere risposta.

Sarebbe di appena due ore dopo l’allontanamento da casa il primo dei messaggi della convivente a cui Legari non avrebbe dato riscontro. A questo ne sarebbero seguiti altri, oltre ad una serie di telefonate, anch’esse rimaste senza risposta. L’ultima chiamata della signora è avvenuta pochi minuti dopo le 20: l’uomo avrebbe riagganciato, inviando dopo pochi secondi un messaggio che sembrerebbe essere preimpostato (“sto tornando”), di quelli che il sistema invia automaticamente quando viene respinta una chiamata. Dopodiché la donna, allarmata per il mancato rientro, ha avvertito la famiglia del compagno (i due anziani genitori, non in ottimali condizioni di salute, le sorelle e i due figli, di ventuno e diciannove anni, che Legari ha avuto dal precedente matrimonio). Nella mattinata del giorno successivo, si è recata presso la locale stazione dei Carabinieri per sporgere denuncia. Nicolas Legari ha dichiarato di non essersi preoccupato immediatamente, ma soltanto intorno alla mezzanotte del 14 luglio, quando la compagna del padre lo ha ricontattato, sempre più allarmata, per informarlo di non avere ancora notizie di Salvatore. A quel punto è stato lo stesso giovane a tentare di contattare il padre: il telefono ha squillato inutilmente più o meno sino a mezzogiorno, poi è diventato irraggiungibile, probabilmente perché spentosi a causa della batteria scarica.

Secondo la ricostruzione effettuata da Il Resto del Carlino, l’ipotesi investigativa per la quale la Procura di Modena sta procedendo sarebbe quella di sequestro di persona a scopo estorsivo contro ignoti: ci sarebbero, tuttavia, un paio di persone sulle quali si stanno concentrando in questi giorni gli accertamenti. Si tratterebbe del proprietario della villa di Lesignana e di un altro soggetto, che però non sarebbero ancora formalmente indagati. I due avrebbero dichiarato di non avere mai incontrato Legari quel 13 luglio e di essere ancora in possesso del denaro che l’imprenditore avrebbe dovuto ricevere in pagamento per i lavori effettuati nell’abitazione. Estremamente importante sarebbe, a questo punto, verificare se Legari sia mai stato a Lesignana: gli inquirenti stanno lavorando cercando di incrociare i dati dei tabulati telefonici dell’utenza dell’uomo con eventuali immagini di telecamere di sorveglianza, pubbliche o private, che potrebbero aver catturato il furgone Citroen Jumpy bianco mentre era in transito nelle zone attenzionate.

Esattamente in questo senso vanno gli appelli delle tre sorelle dell’imprenditore, Nunzia, Valentina e Floriana, che insieme al nipote Nicolas si sono rivolte alla trasmissione “Chi l’ha visto?” chiedendo che chiunque possieda sistemi di videosorveglianza si metta a disposizione degli inquirenti per gli accertamenti del caso. Le sorelle hanno manifestato estrema preoccupazione per le sorti di Salvatore, escludendo senza alcun dubbio l’ipotesi dell’allontanamento volontario e confermando che l’uomo aveva l’abitudine di sentire telefonicamente i genitori quasi tutti i giorni, di richiamare non appena possibile, se non riusciva a rispondere immediatamente alle chiamate dei famigliari e, soprattutto, di non amare particolarmente parlare per messaggi, preferendo sempre telefonare, anche per scambi molto veloci. Male si accorda, dunque, questa descrizione, con l’ultimo sms partito dal suo smartphone (peraltro non ancora ritrovato) nel pomeriggio del giorno della scomparsa: vista l’evoluzione delle ricerche, è altamente probabile che a inviare quel messaggio non sia stato Salvatore Legari. Nel frattempo famigliari e amici, angosciati dall’incertezza, attendono con fiducia che le forze dell’ordine proseguano le ricerche e riescano a venire a capo della verità sulla scomparsa di un uomo che tutti definiscono laborioso, altruista e profondamente legato ai suoi affetti più cari.