La via Appia riaffiora dal passato: una storica scoperta a Muro Tenente

Il 5 agosto è una giornata speciale nella storia di Brindisi: viene fatto risalire a questo giorno, nel 244 avanti Cristo, la fondazione della colonia latina di Brindisi. E sempre il 5 agosto del 57 a.C. Cicerone, fino ad allora in esilio volontario a Durazzo, sulla costa Dalmata, fece rientro a Brindisi trovò ad aspettarlo la sua amatissima figlia Tullia (Tulliola). Arrivò proprio nel giorno del suo compleanno che, per una strana coincidenza, cadeva proprio nell’anniversario della fondazione della colonia di Brindisi. Scrive Cicerone (ad Atticum, IV): “questa circostanza notata da una moltitudine fu festeggiata con grandi manifestazioni di gioia dei Brindisini…Di lì equipaggiato onorevolmente dai Brindisini mi sono messo in viaggio (per Roma) sicché da ogni parte venivano a me deputazioni di cittadini per congratularsi”.
Il duemila 265esimo anniversario della fondazione della città viene celebrato con una scoperta straordinaria: alcuni metri dell’antica via Appia venuti alla luce nei pressi dell’insediamento messapico di Muro Tenente, tra Mesagne e Latiano. Se la scoperta dovesse essere ufficializzata, si tratterebbe del primo tratto della via Appia che viene alla luce, quasi intatto, in provincia di Brindisi.
Le indagini archeologiche, dirette in sinergia fra la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio Brindisi e Lecce e la Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Subacqueo, sono effettuati nell’ambito del progetto del Ministero della cultura denominato “Appia Regina Viarum” tra i territori di Brindisi e Taranto e sono stati programmati dal MIC con lo scopo di verificare e caratterizzare un tracciato stradale già individuato in più punti all’interno del Parco dei Messapi di Muro Tenente nel corso delle ricerche condotte dal Prof. Gert-Jan Burgers e Christian Napolitano tra il 2009 e il 2017 che gli stessi archeologi ritenevano potesse essere identificato con una infrastruttura fortemente legata alla via Appia antica.
Gli scavi hanno messo in luce una strada glareata che conduce all’ingresso del Parco Archeologico di Muro Tenente, centro messapico tradizionalmente identificato con la località di Scamnum riportata nella Tabula Peutingeriana lungo il percorso della via Appia.
Le attività del progetto sono finalizzate a definire il tracciato della Regina Viarum, come era chiamata dagli autori antichi la più importante delle vie romane che collegava Roma a Brindisi passando dal territorio di Taranto e il cui percorso per diverse zone è ancora oggetto di dibattito scientifico.
Le ricerche, finanziate con il Piano stralcio “Cultura e Turismo” FSC 2014-2020 e affidate alla ditta Tethys s.r.l., prevedono diversi scavi archeologici, lungo il tracciato ipotizzato dell’Appia tra Taranto e Brindisi, affiancati a ricognizioni archeologiche volte a individuare possibili resti da ricollegare alla presenza dell’arteria romana. Lo scopo del progetto non è soltanto indagare le tracce della strada, ma anche le infrastrutture e gli insediamenti connessi al percorso stradale, inteso come elemento strutturante del paesaggio nella sua evoluzione attraverso i secoli.
Per questo, seguendo il tragitto dell’Appia, gli interventi si distribuiscono tra la provincia di Taranto e quella di Brindisi, interessando diverse località (Laterza, Taranto, Grottaglie, Francavilla Fontana, Mesagne e Latiano) individuate in base a ricerche precedenti e a più recenti ritrovamenti, proprio come nel caso dell’area indagata nei pressi di Muro Tenente.
Il prosieguo delle indagini consentirà di approfondire le conoscenze relativamente alla costruzione della strada individuata.
Parallelamente alle attività di scavo saranno previste iniziative per la condivisione “in progress” dei risultati delle ricerche sul campo, come alcune giornate aperte al pubblico per permettere anche ai “non addetti ai lavori” di accedere alle aree di cantiere e conoscere le attività in corso.
La scoperta può rendere ancora più centrale di Muro Tenente nel sistema archeologico pugliese: gli scavi infatti proseguiranno anche all’interno del Parco dove potrebbe venire alla luce circa un chilometro dell’antica via Appia, il tratto più lungo venuto alla luce nell’Italia meridionale. I presupposti ci sono tutti: nel Parco diretto dall’archeologo olandese Gert Burgers e coordinato dall’archeologo latianese Christian Napolitano, sono stati già individuati i resti di una villa romana risalente al II secolo avanti Cristo, periodo in cui dovrebbe essere collocato il tratto della via Appia appena scoperto. E sempre a Muro Tenente, collocabile nello stesso periodo, è stato scoperto un tempietto italico sorto su una precedente struttura messapica, probabilmente attiguo alla via Appia.
Proprio la via Appia potrebbe diventare patrimonio Unesco e in questa direzione negli scorsi mesi, grazie anche al lavoro svolto da Burgers, si sono svolti una serie di incontri nei comuni della provincia di Brindisi attraversati dalla via Appia. Finora dell’antica strada, però, non era stata individuata alcuna traccia.