L’autopsia conferma: il killer ha sparato per uccidere Paolo

Il killer ha sparato per uccidere, ora è certo. E il primo colpo è stato esploso da distanza ravvicinata al petto centrando il cuore. L’autopsia effettuata oggi sul corpo di Paolo Stasi, ucciso dieci giorni fa nell’androne del palazzo in cui abitava, a Francavilla Fontana, ha confermato che il diciannovenne è stato raggiunto da due proiettili, di piccolo calibro. Ma quello letale è stato il primo, in pieno petto. Il secondo colpo è stato esploso probabilmente quando Paolo era già per terra, sulle scale, è entrato da una scapola e gli ha attraversato tutto il corpo. La morte è stata instantanea.
L’autopsia è stata eseguita dal professor Raffale Giorgetti dell’Università delle Marche.
La dinamica, così come ricostruito dall’autopsia, porta a escludere che chi ha sparato volesse solo ferire Paolo: l’obiettivo era ucciderlo.
Il legale Domenico Attanasi sottolinea che «la famiglia Stasi ripone piena fiducia nel lavoro degli inquirenti e attende lo sviluppo delle indagini per sapere chi e per quale motivo ha spezzato così barbaramente la vita di Paolo».. Entro 60 giorni depositerà i risultati.
Il corpo di Paolo sarà riconsegnato alla famiglia per l’allestimento della camera ardente e la successiva celebrazione dei funerali.
Intanto le indagini non si fermano: i carabinieri del Nucleo operativo del comando provinciale di Brindisi e quelli della compagnia di Francavilla, anche alla luce dei risultati dell’autopsia e in attesa di quelli sui tabulati telefonici, vogliono stringere i tempi. La soluzione potrebbe essere non troppo lontana.