Nel giugno del 2013 subì l’amputazione di una gamba a causa di un ritardo diagnostico all’ospedale Perrino e, nonostante l’assoluzione in sede penale del medico che intervenne tardivamente sulla paziente, ASL Brindisi ha riconosciuto in via stragiudiziale, alla donna e ai suoi famigliari, assistiti dai legali di Giesse risarcimento danni, la somma 465mila euro.
La signora, che all’epoca dei fatti aveva 43 anni, ebbe un incidente domestico a seguito del quale giunse al Pronto Soccorso dell’ospedale Dario Camberlingo di Francavilla Fontana con una gravissima emorragia provocata dalla lacerazione di un’arteria. Qui i sanitari riuscirono a stabilizzare la lussazione del ginocchio e, accortisi del ridotto afflusso di sangue alla gamba, decisero per il trasporto della paziente al Perrino di Brindisi, dove avrebbe potuto (anzi, dovuto!) ricevere le cure adeguate nel reparto di Chirurgia Vascolare.
In realtà, nonostante l’insistenza del medico di Francavillla (che aveva accompagnato la donna in ambulanza) affinché́ venisse al più presto sottoposta ad un eco doppler in grado di valutare l’effettiva funzionalità di arterie e vene e il corretto afflusso sanguigno, il medico di turno nel reparto vascolare di Brindisi, effettuò l’esame molte ore dopo l’arrivo della signora in Pronto Soccorso, su esplicita richiesta del direttore sanitario e dopo la minaccia di far intervenire i Carabinieri. E soltanto il giorno successivo, a quasi 24 ore dall’incidente e con una necrosi all’arto ormai irreversibile, la paziente fu operata. Intervento di rivascolarizzazione che, purtroppo, non sortì gli esiti sperati, proprio perché effettuato in ritardo: se fosse stato eseguito entro le 12 ore dall’incidente, hanno sostenuto i medici legali di Giesse, con ogni probabilità la signora non avrebbe perso la gamba. Tesi evidentemente accolta dalla ASL, che ha acconsentito a risarcire la paziente e i suoi famigliari.
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