
Una donna leccese di 56 anni, direttrice di una comunità in cui sino al 2023 venivano accolti minori in difficoltà, è indagata per il reato di maltrattamenti aggravati e continuati perpetrato nei confronti dei giovani ospitati nella struttura: la sostituta procuratrice della Repubblica di Lecce Rosaria Petrolo, titolare del fascicolo di inchiesta, descrivendo la situazione della casa famiglia nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, ha parlato di “condizioni di vita insalubri, indecorose, dolorose che hanno minato la crescita psicofisica degli ospiti”.
Ai minori veniva razionato il cibo e spesso i ragazzini, affamati, venivano costretti ad acquistare alimenti con il proprio denaro. Sembra che arredi e sanitari della struttura fossero antiquati e incrostati di sporcizia e che l’immobile adibito a comunità fosse in generale inadeguato a garantire la separazione tra ragazzi e ragazze, che spesso dormivano nelle stesse camere. Le ispezioni, ad una delle quali sarebbe stata presente anche la PM, avrebbero provato che i giovanissimi ospiti, ai quali non veniva fornito un abbigliamento idoneo ad affrontare le stagioni in corso, erano tenuti d’estate al caldo e d’inverno al freddo, con l’impianto di riscaldamento spento, e con la possibilità di utilizzare l’acqua calda soltanto nelle prime ore del mattino. Tanto nelle camere singole quanto negli spazi comuni sarebbe stata documentata la presenza di oggetti e indumenti accatastati in ambienti dai pavimenti sporchi, con porte divelte e pareti imbrattate. Sarebbe inoltre emerso che i ragazzi avessero la disponibilità per tutto il giorno di medicinali (anche psicofarmaci) e dei coltelli da cucina e che gli ospiti di nazionalità straniera, ritenuti più “ingestibili”, venissero chiusi a chiave in alcune delle stanze dell’immobile, limitandone fortemente la socialità.
Il Comune di Lecce aveva sospeso l’attività, che ora risulta definitivamente chiusa, già ad inizio del 2023: tutti i 14 ospiti, che sono persone offese nel procedimento penale scaturito, sono immediatamente stati trasferiti presso altre comunità.
Marina Poci
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