Lecce: un momento di preghiera per la studentessa francese morta in Erasmus

Con un momento di preghiera e riflessione promosso dagli Uffici di Pastorale Giovanile e di Pastorale Universitaria della diocesi di Lecce e tenutosi nella chiesa di San Luigi ad un mese esatto dalla scomparsa, la comunità universitaria leccese, ancora scossa per la perdita, ha ricordato la studentessa ventunenne francese Julie Tronet, trovata impiccata il 22 ottobre ad un’anta dell’armadio nella casa del quartiere San Pio che condivideva con un altro studente.
La preghiera è stata presieduta dall’Arcivescovo Michele Seccia e preparata da alcuni giovani universitari insieme a Padre Francesco Lugarà e a Padre Antonio d’Amore. L’ascolto del Vangelo è stato guidato da don Salvatore Corvino.
Per la morte della ragazza un diciannovenne di Ceglie Messapica è stato iscritto nel registro degli indagati con le ipotesi di reato di istigazione al suicidio e violenza sessuale.
Della violenza Julie aveva parlato al personale del Pronto Soccorso dell’ospedale Vito Fazzi, dove si era recata la sera del 19 ottobre, talmente spaventata da rifiutare di sottoporsi alla visita ginecologica e agli altri esami di routine, necessari ad acquisire tutti gli elementi utili a dimostrare l’abuso. Nella sua stanza fu ritrovato un biglietto destinato ai genitori, nel quale manifestando il dolore per l’abuso subito e l’impossibilità di sopportarlo, Julie spiegava alla famiglia le ragioni della sua tragica decisione.
Il perito incaricato dalla Procura di Lecce, il dottor Alberto Tortorella, ha già svolto l’autopsia sul corpo della studentessa, dichiarando che sul corpo della ragazza non c’erano segni di colluttazione. Al momento si è in attesa degli esiti degli esami di laboratorio.
Nel frattempo, sono iniziati anche gli esami sui dispositivi elettronici in uso al diciannovenne indagato.
Julie Tronet era quella che si definisce una studentessa modello, una ragazza sensibile e delicata, appassionata di cani e di Agility, sport che praticava son da piccola con i suoi animali. Studiava Filosofia, il programma di scambio con l’università Sorbona le avrebbe consentito di conseguire un titolo valido in Italia e Francia.

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