di Giancarlo Sacrestano per IL7 Magazine
Il volto comunica energia positiva; i capelli biondi e naturalmente ricci, la forza di cambiare; le labbra, sempre aperte al sorriso; gli occhi, i colori di una giornata di sole brindisina. Questa è Lidia, la giovane donna brindisina che da quando è esplosa prorompente, fresca e sincera nella seconda edizione di “Saranno Famosi” che proprio quell’anno, in corsa, cambiò nome nel fortunatissimo titolo di “Amici”, non ha smesso di accumulare esperienze e successi in teatro e in TV.
Come nasce l’esperienza nel talent di Maria de Filippi?
“Ho sempre cantato, soprattutto sotto la doccia. Avevo terminato gli studi superiori, lavoravo presso il ristorante di proprietà dei miei genitori. Ogni giovedì sera erano previste esibizioni di cantanti dal vivo. Fu lì che, per scherzo e per piacere, cominciai a far ascoltare in pubblico la mia voce. A dire il vero, forse esiste un “tape” di quando avevo sei anni con incisa una canzone per lo “zecchino d’oro”.
A mia insaputa, alcuni amici mandarono la richiesta di audizione. Rimasi sorpresa quando la produzione mi chiamò per ascoltarmi a Roma, dove rimasi due giorni, convinta di vivere un’esperienza senza alcun impegno. Un mese e mezzo dopo, invece, arrivò la sorpresa: ero stata selezionata per partecipare”.
Che ricordo hai di quel periodo?
“É stata un’esperienza che mi ha formata molto. Eravamo alla seconda edizione e il programma era molto meno costruito. Vivevamo le emozioni dei tantissimi fan, ma anche gli ostacoli che le case discografiche opponevano alla scoperta di nuovi talenti attraverso una scuola di formazione televisiva, perché “Saranno Famosi”, poi “Amici”, questo era. Io sono entrata come cantante, ma dovevo eseguire prove anche di recitazione e danza. Terminata la partecipazione al programma, ed il successivo impegno per la trasmissione domenicale di Canale 5 “Buona Domenica”, nessuna casa discografica mi sottopose alcun contratto. L’esperienza di formazione alla recitazione mi ha portato pian piano a intraprendere la carriera di attrice partecipando a molte fiction. Ma, prima, sono tornata a scuola per migliorare la mia preparazione teatrale frequentando la “Fonderia delle Arti” di Giampiero Ingrassia.
“Per alcuni anni ho fatto parte di compagnie teatrali. Ho partecipato al musical “Footloose”. Bellissima l’esperienza con Gianfranco D’Angelo nella commedia “Indovina chi viene in scena”. Formativa ed eccezionale la partecipazione, sotto la regia di Giorgio Albertazzi a “Sogno di una notte di mezza estate” in cui ho lavorato con un vero e proprio maestro del teatro italiano. Oggi devo dire che le sue lezioni mi hanno maturata, come pure i bravissimi Giampiero Ingrassia che, con Enrico Brignano e Serena Autieri, facevano parte della compagnia, sono stati maestri da cui ho appreso tanto”.
Dalla scuola per talenti, al teatro leggero, a quello impegnato e alla fiction televisiva.
Come arriva la pubblicità? Fastweb, Vodafone, Nutella, per citare alcuni spot?
“Non lo saprei dire. Tutto è arrivato per caso. Ho affidato la mia professione ad un’agenzia romana e il resto è venuto da solo. Forse chi mi sceglie riconosce nel mio volto, quello della persona che ispira simpatia”.
Per come lo descrivi, pare che tutto sia avvenuto per magia. Come dire: Tutto facile. Invece?
“No, certo. Tutto è frutto di studio, applicazione, sacrificio, costanza e tanta pazienza. Credo che siano queste le vere doti, poi ci vuole il talento che è tuo, che modelli con l’esperienza ed una buona dose di provini”.
Sono trascorsi 15 anni da “Amici” e i ragazzini che gridavano il tuo nome, ti seguivano, come si segue un sogno, sono diventati una realtà che spesso maschera dietro volti ancora giovani, la difficoltà di trovare lavoro, un proprio ruolo. Il 50% di loro è disoccupato. Spesso sono demotivati, stanchi ma iperconnessi.
“Da ragazzina a Brindisi, vivevo la mia adolescenza per la strada, in compagnia. Non conoscevo la televisione. Riempivo il mio tempo con gli altri, in città. Oggi anche se la mia generazione non è proprio tanto lontana da quella dei giovani d’oggi, internet assorbe moltissimo del tempo. Le relazioni tra persone sono ridotte e non vedo grande voglia di stare insieme e partecipare. La mia generazione e, di più, quella successiva vive la difficoltà creata da chi ci ha preceduto. Il lavoro è sempre più precario e la pensione non la immagino neppure. Capisco e vivo con loro le preoccupazioni dei giovani, specialmente quelli meridionali”.
Tu vivi a Roma, una metropoli che è ancora capace di dare stimoli e permettere una facilità di rapporto, anche con gli impegni di lavoro.
“No. Non voglio più vivere a Roma. Voglio cambiare. Molte volte l’ho fatto. Ho deciso di tornare a Brindisi. Qui sono le mie radici, la mia storia, la mia famiglia, la mia memoria”.
Il tuo è un gesto coraggioso, per tanti giovani che vanno via, tu, talento reale, torni.
“Avrò certamente molti problemi per rimanere in contatto con la realtà del lavoro, ma oggi sento che il mio impegno è a Brindisi, sento che qui farò cose grandi. Non so se io sia un esempio, so che tutto è possibile, che se uno crede nel suo talento, deve lottare. Come cantavamo nel musical Footloose “I can’t stand still (io fermo non ci sto)”. È l’invito che mi sento di fare ai ragazzi”.
Nel futuro di Lidia cosa c’è?
Voglia di serenità, di famiglia, quella da cui provengo, quella che, se potrò, formerò e bambini, se verranno, spero almeno due. Per ora vivo al meglio ogni mio giorno, con speranza e ottimismo. Niente è facile ma le difficoltà sono solo ostacoli, non muri”.