PortoGuaceto Agribeach. Odore marino, vento tra i capelli e versi di Franco Arminio.
Questo, il lieto pomeriggio vissuto mercoledì 5 settembre nella cornice di Guaceto.
I fratelli Mimmo ed Enzo Orlando, custodi della più grande biodiversità d’Italia con quasi 500 varietà di pomodoro e altrettante di altri ortaggi, gestori del lido PortoGuaceto, hanno invitato il poeta- paesologo, Franco Arminio, a presentare la sua nuova raccolta di poesie, “Resteranno i canti”.
A dialogare con uno dei pensatori più in voga della nostra epoca e difensore dei paesi, una perfetta Maila Cavaliere, portatrice sana ed appassionata dei versi di Arminio.
Barba un po’ bianca, occhi profondi, parlata leggera con accento meridionale: Franco Arminio ha stregato il pubblico presente declamando alcuni versi da «Cedi la strada agli alberi, poesie di amore e di terra» , un caso editoriale che ha venduto oltre 15mila copie (sette edizioni); da «Cartoline dai morti» fino all’ultima raccolta, «Resteranno i canti».
Un tripudio di emozioni, esaltazione della vita, della morte, della preghiera e di tutti i piccoli grandi rimedi per vivere meglio. Qui e ora.
Perché siamo tutti silenziosi adepti della paesologia, forma di attenzione verso il mondo.
Arminio ha abbattuto le barriere dell’”autismo corale”, che lui definisce «il clima morale e antropologico in cui è nata e si è sviluppata un’azienda rabbiosa fondata da un energico personaggio televisivo» , dirigendo il pubblico presente nell’intonazione dell’evergreen della musica italiana, “Azzurro”; passando per l’esecuzione tradizionale dell’inno brindisino “Mannaggia lu rimu”, e concludendo il suo spettacolo con l’inno dei partigiani, “Bella ciao”.
«La poesia è una forma di umiltà. E’ mettersi in ginocchio al mondo e sgretolarsi davanti agli altri» con la preghiera di leggere alcuni versi durante la giornata sovvertendo una visione del mondo antropocentrica.
Ed allora, leggiamo.
Abbiamo bisogno di contadini,
di poeti, gente che sa fare il pane,
che ama gli alberi e riconosce il vento.
Più che l’anno della crescita,
ci vorrebbe l’anno dell’attenzione.
Attenzione a chi cade, al sole che nasce
e che muore, ai ragazzi che crescono,
attenzione anche a un semplice lampione, a un muro scrostato.
Oggi essere rivoluzionari significa togliere
più che aggiungere, rallentare più che accelerare,
significa dare valore al silenzio, alla luce, alla fragilità, alla dolcezza.
Fabiana Agnello