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Matricidio di Racale: l’incontro di Filippo con il padre, tra lacrime e richieste di aiuto

“Non abbandonarmi, aiutami”: è il drammatico appello che ieri mattina, 24 giugno, Filippo Manni ha rivolto al padre Daniele durante il colloquio nel carcere leccese di Borgo San Nicola, dove il 21enne di Racale si trova dalla sera dello scorso 17 giugno per aver ucciso con un’ascia da boy scout la madre, la 52enne Teresa Sommario, perché quest’ultima lo aveva rimproverato di non aver salutato al rientro a casa.
Stando a quanto riferito, nell’incontro con il padre Filippo avrebbe avuto un crollo emotivo sfociato in un lungo pianto al culmine del quale avrebbe chiesto di non essere abbandonato e di essere aiutato a curarsi.
Sembra, inoltre, che il giovane abbia chiesto notizie sui funerali della madre e sulle condizioni delle zie materne e dei fratelli gemelli, non ancora 18enni, che ha chiesto di incontrare.
Tra le richieste al padre vi sarebbe stata anche quella di avere dei quaderni per poter scrivere.
Filippo Manni, secondo indiscrezioni, è monitorato costantemente nel reparto di Infermeria del carcere per il timore che possa compiere gesti autolesionistici o, peggio, estremi ed è già sottoposto a trattamento farmacologico, oltre che assistito dal punto di vista psicologico.
Il difensore del giovane, Francesco Fasano, sta valutando se chiedere una perizia psichiatrica.
Marina Poci