“La sovraesposizione mediatica di Elena, con attacco frontale a tutti gli uomini, unito a forte desiderio di repressione e di “educazione alternativa”, è ormai quanto meno fortemente imbarazzante La sorella della sfortunata Giulia, sale in cattedra e senza che nessuno glielo chieda, colpevolizza e detta le regole che tutti gli uomini devono pedissequamente osservare. È lei che, arbitrariamente, lo ha deciso. Ricordiamo a questa ragazza, grande appassionata di Bafometto, croci capovolte e pentacoli, che i Veri Uomini sanno perfettamente come comportarsi e convivono in modo pacifico con le Donne da sempre. Rispettandone l’essenza, i sentimenti e la sensibile natura”: sono queste le parole che il consigliere comunale e commissario cittadino di Fratelli d’Italia Cesare Mevoli ha condiviso sul suo profilo Facebook “dal web” (così scrive, non specificando la fonte) riguardo alla massiccia presenza sui mezzi di informazione di Elena Cecchettin (“questa ragazza”), sorella di Giulia, barbaramente assassinata due settimane fa dal suo ex fidanzato Filippo Turetta, incapace di rassegnarsi alla fine della relazione e ai successi universitari della giovane.
Il post ha scatenato le reazioni sconcertate e indignate non soltanto di rappresentanti delle istituzioni, ma anche di semplici cittadini, sollevando un polverone di polemiche anche all’indirizzo della maggioranza guidata da Pino Marchionna, colpevole di non avere ancora preso le distanze dalle dichiarazioni di Mevoli che, se appaiono gravissime di per sé, a ridosso della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza maschile contro le donne che oggi, 25 novembre, si celebra, risultano anche estremamente inopportune.
“Il violento attacco ad Elena Cecchettin, che da vittima diventa colpevole, basterebbe per indignare, ma il consigliere rincara la dose usando sciocche teorie per giustificare questa presa di posizione. La teoria sul maschio dominante che non si macchia di femminicidio, relegando questo tipo di delitti a soggetti lombrosianamente deboli ed effemminati, esprime un pensiero retrogrado ed è offensiva nei confronti di uomini e donne. Tutte le esternazioni del commissario e consigliere FdI sono pregne di machismo, più l’uomo è femminile, più è propenso al femminicidio”, hanno affermato la Federazione Provinciale del Partito Democratico e il Circolo cittadino del Partito Democratico “D. Sassoli” di Brindisi. “Queste teorie vengono puntualmente riproposte ad ogni femminicidio da gruppi di suprematisti di estrema destra, negando un problema culturale e patriarcale. Queste esternazioni gravi non possono essere bollate come pensieri eccentrici e folkloristici, tentando di sminuire il carico di odio misogino che trasuda da quelle parole”, scrive il PD cittadino, chiedendo non soltanto a Mevoli di dimettersi dalla massima assise comunale, ma anche di dissociarsi ai “rappresentanti di ogni ordine e grado di Fratelli d’Italia a partire proprio dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i suoi colleghi del gruppo consiliare e i componenti della maggioranza al Comune di Brindisi con in testa il Sindaco di Brindisi Pino Marchionna”.
In effetti il post attenzionato nelle ultime ore è infarcito dei più biechi luoghi comuni del sessismo e della misoginia militante: laddove Elena Cecchettin riconosce meccanismi sociali e culturali incancreniti e ne smaschera impietosamente gli aspetti più insospettabili, Mevoli non entra nel merito, limitandosi a esprimere valutazioni sulle preferenze della ragazza in fatto di gioielli e abbigliamento; e laddove Elena esorta alla discussione di sé ogni uomo, rendendo politico il personale di una vicenda privata devastante, Mevoli risponde facendo appello ad una non meglio definita categoria di “Uomini Veri” (proprio così, scritto maiuscolo, come maiuscola e muscolare deve essere la virilità a cui fa riferimento) e invitando la sorella di Giulia a “rispettare la sorella, stringendosi attorno alla famiglia in un dignitoso silenzio di preghiera”.
Ma francamente più imbarazzanti, persino per il partito che rappresenta, dovrebbero risultare le dichiarazioni successive di Mevoli il quale, a proposito di quelli che sono certamente i due femminicidi che più hanno colpito l’opinione pubblica nell’ultimo anno, accostando la figura di Filippo Turitta a quella di Alessandro Impagnatiello (assassino della compagna Giulia Tramontano, incinta di loro figlio), della cultura patriarcale fa una questione puramente estetica: “Guardate le altre immagini presenti sul web di questi due qua: i volti puliti, le sopracciglia curate, le spalline strette nelle loro camicette su misura, i braccini sottili, le manine intonse. Sono i figli della mascolinità tossica? Non crediamo proprio, questi sono i vostri uomini rieducati, decostruiti, femminilizzati. Parlano di loro come bravi ragazzi, famosi per la loro mitezza, gente che non ha mai dato un problema e noi ci crediamo; questi qua, pavidi e remissivi, probabilmente non hanno nemmeno mai partecipato ad una scazzottata. Ed è esattamente di questi ometti che dovete avere paura: gelosi, insicuri, invidiosi, spaventati, egocentrici, possessivi, isterici, incapaci di affrontare i problemi. In questi qua non troverete le caratteristiche di un UOMO, ma tutti i difetti di una complessa e femminilizzata personalità debole e remissiva. Questi sono il prodotto MARCIO di una società che combatte il maschio forte, il patriarcato è una storiella che vi raccontano quelle orribili streghe sovrappeso coi capelli viola nei loro deliranti proclami. Combattete il maschio debole con le unghie e con i denti, combattete il femminismo col cervello”.
Sul punto si è pronunciato in queste ore anche l’ex sindaco di Brindisi Riccardo Rossi, in nome di Brindisi Bene Comune e Alleanza Verdi Sinistra, dichiarando “In tali affermazioni retrograde ed oscurantiste ritroviamo tutti i pregiudizi sulle donne come Elena Cecchettin che dovrebbe restare in silenzio con i suoi cari, chiudersi nel dolore e pregare, anziché denunciare e far rumore. Elena invece con la forza delle sue parole ha scosso l’intero paese, ha scosso le coscienze con la richiesta di far rumore, non il silenzio ma la denuncia dell’omicida come figlio sano della cultura patriarcale. Eppoi sempre nelle parole del consigliere Mevoli ravvisiamo chiaramente tratti omofobi con la descrizione dell’uomo virile a partire dalla sua corporatura, dai tratti del viso, dalle mani” e chiedendosi retoricamente se Cesare Mevoli “con le sue idee e pregiudizi” può continuare ad essere un consigliere comunale di Brindisi e rappresentare tutti i cittadini.
Durissima anche la stigmatizzazione dell’onorevole Claudio Stefanazzi, anch’egli in quota PD, che ha affermato: “Con le sue allucinanti teorie del “maschio alfa che non uccide”, il consigliere brindisino di FdI, Cesare Mevoli, è riuscito inconsapevolmente a dimostrare quanto siano vere e fondate le parole di Elena Cecchettin. Quando ho letto il suo post ho provato vergogna, come padre, come uomo e come essere umano. Perché la politica c’entra davvero poco con tutto questo. Ascoltare considerazioni di questo tenore e di questa gravità, soprattutto da un rappresentante delle istituzioni, fa onestamente accapponare la pelle perché ci fa capire, qualora fosse ancora necessario, quanto radicata e pervicace sia una certa cultura di dominio e sopraffazione maschile. Questa cultura non parla solo il linguaggio della violenza ma anche quello della negazione e dello svilimento del problema e delle vittime”.
In breve, mentre la conta dei femminicidi è arrivata a 107 donne morte dall’inizio dell’anno, secondo Mevoli il patriarcato non esiste e la mascolinità tossica è soltanto quella degli uomini femmilizzati, non quella della svalutazione, della mortificazione, della manipolazione quotidianamente praticate a svantaggio delle donne da uomini che semplicemente si sentono autorizzati a farlo da millenni di “è sempre stato così”.
Perciò, ragazze, date ascolto a Mevoli: fuggite dagli emaciati con le mani curate e l’abbigliamento aderente e rifugiatevi nelle possenti braccia di chi conosce il valore educativo di una sana scazzottata tra simili, ‘che il femminismo è una brutta cosa e le streghe sovrappeso, ci scommettiamo, non piacciono a nessuno.
Marina Poci
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