Morì nel 2013 mentre sostituiva condotte AQP: condannati in cinque

Ci sono voluti più di dieci anni perché il processo celebrato per la morte sul lavoro dell’operaio Angelo Reschi, avvenuta il 29 agosto 2013 a Francavilla Fontana, arrivasse a sentenza: ieri il Tribunale di Brindisi, nella persona del Giudice monocratico Adriano Zullo, si è espresso condannando a 3 anni di reclusione il legale rappresentante della “Cfv Costruzioni Fiocca Vincenzo srl”, datore di lavoro, direttore tecnico di cantiere e delegato alla sicurezza dei lavori, e a pene comprese tra due anni e un anno e due mesi gli altri quattro imputati (tre dei quali sono dirigenti di AQP).
Reschi, 38 anni, di Aradeo LE), stava lavorando alla manutenzione di alcune condotte di fogna nera dell’Acquedotto pugliese in via Barbaro Forleo, nei pressi del Castello Imperiali, quando rimase intrappolato in uno scavo e fu travolto da un potente getto di acqua e fango.
Agli imputati è stato contestato di avere consentito alla vittima di accedere in uno scavo a cielo aperto senza che l’operaio fosse assicurato con la regolare cintura di sicurezza, vigilato per tutta la durata del lavoro e fornito di altri apparecchi di protezione.
Al legale rappresentante della ditta è stata comminata anche la pena accessoria dell’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici. Agli altri imputati il giudice ha concesso la sospensione della pena e la non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale. Ai famigliari del giovane, che quando aveva cinque anni era rimasto orfano di padre sempre a causa di un incidente sul lavoro, è stata riconosciuta una provvisionale.
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Marina Poci