Morì sul lavoro 15 anni fa: l’assicurazione non paga

A 15 anni dalla morte sul lavoro di un operaio 52enne di Oria (Brindisi), Armando Penta, la famiglia della vittima chiede che la sentenza del Tribunale che ha riconosciuto un risarcimento danni di 2 milioni di euro venga eseguita. A denunciarlo, in una nota, sono i legali dello studio Giesse Risarcimento Danni, che assiste i famigliari di Penta. L’incidente risale all’11 dicembre 2007.
Il 52enne stava smontando tubi e macchinari nell’ex stabilimento chimico Tecnoparco di Pisticci Scalo (Matera), quando cadde in una buca e precipitò nel vuoto per quasi sette metri. In sede penale sono stati condannati per violazione delle norme sulla sicurezza il direttore generale e il capo cantiere della ditta per la quale Penta lavorava e l’amministratore della società che aveva preso in appalto i lavori (entrambe le aziende sono fallite).
Poi anche il Tribunale civile ha riconosciuto il diritto ad un risarcimento, tramite la compagnia assicurativa con la quale il datore di lavoro aveva una polizza. «Di recente la compagnia ha manifestato la disponibilità a pagare – dicono i legali – ma, inspiegabilmente, vorrebbe pagare una cifra di molto inferiore a quella indicata dal Tribunale. È molto facile, soprattutto quando si è vicini alla ricorrenza del primo maggio, dimostrare a parole solidarietà verso i familiari di coloro che perdono la vita sul lavoro ma, affinché non siano parole vuote e vane, dovrebbero essere seguite dai fatti: il reale e tempestivo pagamento di quanto disposto dal giudice».