Morte del calciatore del Tuturano: la famiglia vuole la verità

Non si sa ancora quale sia la causa precisa della morte di Gianni Sabella, certo è che il destino si è accanito su questo giovane di 35 anni che poco meno di un mese fa era stato strappato alla morte da un medico sociale, durante una partita di calcio sul campetto sterrato di Tuturano. Sabella è morto domenica pomeriggio mentre su uno scooter, con la sua compagna, tornava da una passeggiata al mare. Ha perso il controllo del mezzo che è finito contro un segnale stradale. Ma il decesso, probabilmente era già avvenuto prima dell’impatto. La ragazza è stata trasportata con alcune fratture all’ospedale Perrino. Non è in pericolo di vita.
Sono dunque due gli eventi da chiarire, dunque, in questa storia tragica. Il primo è stato il malore in campo il 4 aprile scorso: perché in un’intervista rilasciata a un freelance locale, Federico Sanapo, Sabella aveva chiarito di non aver subìto un arresto cardiaco improvviso, ma di aver perso i sensi subito dopo lo scontro con un altro giocatore. Era stato poi il medico sociale del San Pancrazio, Nino Spagnolo, ea rianimarlo salvandogli la vita.
Sabella comunque da quel giorno non era più tornato in campo con la sua squadra, la Leone Soccer di Tuturano. E così domenica pomeriggio, mentre i suoi compagni erano impegnati a Villa Castelli, per una partita del campionato di Terza categoria, lui aveva deciso di fare una passeggiata in scooter con la fidanzata lungo la litoranea sud di Brindisi, quella che dalla centrale Federico II porta sino a Casalabate. Di rientro a Tuturano, poco prima del bosco di Cerano, ha perso il controllo della moto che è finita contro un segnale stradale. I soccorsi sono stati immediati ma per il giovane non c’è stato nulla da fare.
La salma è stato composta nella camera mortuaria dell’ospedale Perrino in attesa delle decisioni della procura. E’ probabile che il magistrato voglia capire se esiste una relazione tra l’episodio del 4 aprile e il dramma del primo maggio.
I suoi compagni di squadra, avvisati della tragedia mentre erano in campo, hanno chiesto all’arbitro di sospendere la partita.
La famiglia e gli amici chiedono intanto rispetto per il dolore ma in qualche modo comunicano anche che attendono di capire come il loro caro sia morto. Hanno diffuso infatti questa nota: “Tutti noi familiari e amici del caro Gianni, stretti nel dolore per questa tragedia, tanto da aver deciso di non rilasciare alcuna dichiarazione, chiediamo un momento di rispettoso silenzio, almeno fino a quando la situazione non sarà stata definita dai sanitari e dall’autorità giudiziaria”.