Morte della 43enne: il malore qualche ora dopo l’aggressione. Indagini verso una svolta

Forse le conseguenze di un calcio ricevuto e che hanno provocato alcune ore dopo un improvviso peggioramento e la morte, nonostante l’intervento dei sanitari: rimangono ancora avvolti dal massimo riserbo da parte degli investigatori i retroscena della morte di Sonia Nacci, la 43enne deceduta nella serata di martedì nell’ospedale di Taranto.
La donna viveva nei pressi di via San Rocco, nel centro di Ceglie Messapica, insieme al padre e al figlio di 15 anni. Secondo una prima ricostruzione, nella serata di lunedì sarebbe rientrata apparentemente in buone condizioni, avrebbe preparato la cena ai due e sarebbe andata a letto ma nel corso della notte avrebbe avvertito un malore.
Trasportata in ambulanza all’ospedale di Francavilla Fontana è stata sottoposta a un intervento chirurgico per l’asportazione della milza. Subito dopo, in condizioni disperate, è stata trasferita a Taranto.
I carabinieri della stazione di Ceglie Messapica e della compagnia di San Vito avrebbero appurato che la donna prima di rientrare a casa aveva avuto una colluttazione con qualcuno durante la quale avrebbe ricevuto un calcio. Gli investigatori già nella serata di martedì hanno portato in caserma alcune persone che sono state interrogate a lungo e nelle prossime ore potrebbero esserci sviluppi. L’indagine, che ipotizza l’omicidio preterintenzionale, è coordinata dal sostituto procuratore Raffaele Casto.
Sonia Nacci in passato era stata seguita più volte dai servizi sociali del Comune di Ceglie Messapica, un supporto che poi aveva deciso di rifiutare. Una vita difficile la sua, che si è incrociata spesso con situazioni complicate che avevano richiesto il supporto sanitario. Lei stessa pare fosse sofferente per una grave patologia.
La salma della donna si trova presso l’obitorio dell’ospedale Santissima Annunziata in attesa del conferimento dell’esame autoptico.