Multe & tolleranza zero: sindaco, intervenga lei

di Gianmarco Di Napoli per IL7 Magazine

Qualche giorno fa è stata trionfalmente celebrata l’entrata in funzione di “My Cicero”, una app che dovrebbe consentire di pagare il parcheggio negli stalli con strisce blu direttamente attraverso il telefonino, senza utilizzare le monetine e la macchinetta automatica. Il risultato finora non è stato entusiasmante perché diversi utenti, pur avendo pagato regolarmente il ticket digitale, sono stati multati dagli operatori della Multiservizi che, attraverso il loro palmare, non hanno trovato riscontro a quel pagamento. Si tratta ovviamente di problemi frequenti quando vengono sperimentate nuove tecnologie e nessuna responsabilità può essere addebitata agli addetti ai parcheggi della Multiservizi.
Ciò che deve però far riflettere è la facilità con cui ormai si fa ricorso alla multa, non solo da parte degli addetti ai parcheggi comunali, ma anche e soprattutto ad opera dei vigili urbani. La parola “tolleranza”, che un tempo era una compagna fedele per chi indossa la divisa, esattamente quanto la paletta e il fischietto, è stata annullata da un numerino che le è stato appiccicato accanto, trasformandola in un ossimoro: tolleranza “zero”.
Tolleranza non significa affatto chiudere un occhio nel caso in cui vengano rilevate infrazioni al codice della strada, ma avere un atteggiamento meno punitivo, soprattutto un ruolo educativo nei confronti degli automobilisti e non solo quello sanzionatorio.
“Tolleranza zero” viene invece ormai inteso, da più di un anno a questo parte, come la prerogativa del vigile urbano di staccare il famoso fogliettino rosa senza avere un secondo di pazienza, né usare il famoso fischietto che un tempo serviva a richiamare all’ordine gli automobilisti più indisciplinati.
Viene colpito senza pietà sia chi si rende protagonista di infrazioni obiettivamente gravi (come la sosta davanti a scivoli per disabili, sulle strisce pedonali o davanti a passi carrabili) ma anche chi lascia l’auto in zone prive di cartelli di divieto, sol perché non esistono le strisce bianche. E nessuna tolleranza è stata adottata, sin dal primo giorno, nelle zone in cui esistono i cervellotici posteggi gratuiti con parchimetro.
In altre zone d’Italia si adotta una strategia più graduale per abituare gli automobilisti alle nuove regole e ai nuovi orari. Per giorni i vigili urbani e i parcheggiatori piazzano sul parabrezza di chi non è in regola un avviso bonario per spiegare l’infrazione e invitare a non ripeterla.
Il cambio al comando della polizia municipale e le variazioni al piano dei parcheggi sono state decisioni assunte entrambe dal commissario prefettizio Santi Giuffrè. La polizia municipale finalmente da qualche mese ha ottenuto il potenziamento del personale e nuovi uomini e donne hanno indossato la divisa e controllano le strade di Brindisi. Anche la Multiservizi ha dovuto fare i conti con i cambiamenti e ora con l’utilizzo della nuova “app” che comporta per gli addetti un lavoro più complesso: non limitarsi a controllare lo scontrino presente sul cruscotto, ma inserire nel palmare la targa delle vetture per verificare che il pagamento sia stato effettuato.
Insomma i mutamenti sono stati numerosi e sarebbe opportuno che il sindaco Riccardo Rossi fermasse un attimo tutto per stabilire i criteri di comportamento che non possono prevedere la multa come priorità. Sarebbe opportuno che essa tornasse ad essere uno strumento estremo nella consapevolezza che ogni foglietto rosa incide nelle tasche dei cittadini.
E che fossero definite bene le regole. Un esempio? In via Spalato ci sono zone segnate dalle strisce bianche ed altre prive di indicazioni. Molto spesso i vigili multano le vetture fuori dagli stalli nonostante si trovino in un parcheggio creato appositamente per le auto, anche se non ancora segnato.
Gli automobilisti devono essere messi in condizione di conoscere bene le regole, i percorsi e gli orari per parcheggiare, e venga chiarito il metro di valutazione e questo sia poi rispettato in maniera equa da chi è chiamato a controllare. Perché la filosofia del vigile non può essere più quella del famoso Otello Celletti/Sordi che disse la fanosa frase: “Anche se non ve serbo rancore, ve dico ‘na cosa sola: state attenti a come ve movete”.
Il nostro Mario Gemma invece fischiava venti minuti prima di prendere il libretto delle multe. E dopo nessuno poteva fiatare.