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Non furono le coltellate del padre a uccidere il figlio: scarcerato il francavillese Angelo Argentina

Al francavillese Angelo Argentina, 72 anni, accusato dell’omicidio di suo figlio Stefano, morto lo scorso 13 marzo, è stata revocata la misura cautelare degli arresti domiciliari: a prendere la decisione è stato il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi Vittorio Testi dopo che dall’autopsia è emerso che le ferite da coltello durante il litigio tra padre e figlio non sarebbero state la causa della morte. Il medico legale Domenico Urso avrebbe escluso un nesso causale tra le lesioni e il decesso, che, invece, sarebbe stato causato da una crisi cardiorespiratoria legata a condizioni di salute già compromesse.
È plausibile che l’ipotesi di reato per cui si procede potrebbe essere derubricata da omicidio volontario aggravato a lesioni personali.
Angelo Argentina ha sempre respinto le accuse, asserendo di avere soltanto reagito all’aggressione del figlio, avvenuta nell’abitazione di famiglia, in contrada Cicoria, e di essersi esclusivamente difeso.
Nel corso dell’interrogatorio di garanzia l’indagato, non rispondendo alle domande del magistrato, ma rendendo dichiarazioni spontanee, aveva spiegato che la discussione poi degenerata si era sviluppata a seguito di una richiesta di soldi per l’acquisto di sostanze stupefacenti da parte del figlio. Al rifiuto del padre, Stefano Argentina l’avrebbe aggredito e, nella colluttazione, sarebbe rimasto ferito all’addome.
Marina Poci