Rischiano l’ergastolo i fratelli Cosimo ed Enrico Morleo, di 57 e 55 anni, accusati di essere rispettivamente il mandante e l’esecutore del duplice omicidio premeditato di Salvatore Cairo e Sergio Spada, gli imprenditori di casalinghi uccisi a Brindisi nel 2000 e nel 2001. I due imputati sono stati rinviati a giudizio davanti alla Corte d’assise: il processo inizierà il 21 febbraio prossimo.
Il giudice per l’udienza preliminare di Lecce Maurizio Saso ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio del pm della direzione distrettuale antimafia Milto De Nozza.
Le famiglie di Cairo e Spada si sono costituite parte civile avanzando una richiesta di sequestro conservativo dei beni dei due impu tati sulla quale esprimersi il gup Simona Panzera.
L’accusa nei confronti dei fratelli Morleo è di duplice omicidio pluriaggravato dalla premeditazione e dal metodo mafioso. Per quest’ultima ipotesi l’inchiesta è stata coordinata dalla Dda di Lecce. Salvatore Cairo sarebbe stato ucciso e fatto a pezzi in un capannone della zona industriale di Brindisi il 6 maggio 2000. Il suo cadavere non è mai stato ritrovato.
Sergio Spada fu ucciso con un colpo di pistola alla testa e il corpo ritrovato in una stazione di servizio sulla circonvallazione di Brindisi l’11 novembre 2001.
Ad aprire uno squarcio su due casi che sembravano destinati a rimanere irrisolti è stata la decisione di un terzo fratello dei Morleo, Massimiliano, di collaborare con la giustizia. E’stato lui ad accusare i due fratelli, una testimonianza poi supportata dal racconto di un dipendente che avrebbe assistito alla distruzione del cadavere di Cairo. Il movente per entrambi gli omicidi sarebbe stato di natura economica.
Le indagini sono state condotte dalla squadra mobile di Brindisi.