Leonardo Ricucci, 38 anni, nipote del noto boss Pasquale Ricucci, è stato assassinato nella notte tra il 15 e il 16 settembre in località Sitizzo, a Monte Sant’Angelo, nel Foggiano, con colpi di arma da fuoco: il corpo dell’uomo, abbandonato in una zona impervia, è stato ritrovato nella tarda serata di ieri, dopo che i famigliari, non avendolo visto rientrare, avevano dato l’allarme.
Sul posto sono intervenuti i Carabinieri.
La vittima, che faceva il fornaio, era soggetto già noto alle forze dell’ordine. Suo zio, ucciso nel 2019, era considerato esponente di vertice del clan Lombardi-Ricucci-La Torre, rivale dei Li Bergolis-Miucci: le lotte per il controllo del territorio tra le due compagini hanno segnato la storia criminale foggiana degli ultimi due decenni.
Gli inquirenti stanno lavorando per ricostruire le ultime ore dell’uomo, anche avvalendosi dei tabulati telefonici dell’utenza da lui utilizzata.
Pierpaolo D’Arienzo, sindaco di Monte Sant’Angelo e coordinatore per la Puglia di Avviso Pubblico, ha duramente stigmatizzato l’accaduto: “La mafia è tornata ad uccidere. un fatto grave, che scuote profondamente la nostra comunità e che ci richiama ad una consapevolezza fondamentale: non dobbiamo mai abbassare la guardia. Monte Sant’Angelo è e deve continuare ad essere una città che si oppone con fermezza a ogni forma di violenza e di condizionamento criminale. Le istituzioni e la società civile devono restare unite, oggi più che mai, in un fronte comune di legalità, giustizia e sicurezza. Non lasciamoci intimorire, non cediamo all’indifferenza, custodiamo i valori della nostra comunità. Solo insieme possiamo difendere il futuro dei nostri figli e affermare che la cultura della vita e della legalità è più forte di qualsiasi mafia”.
Marina Poci