
Si è celebrata oggi, 12 novembre, dinnanzi alla Corte d’Assise di Brindisi presieduta da Maurizio Saso (a latere Adriano Zullo), la penultima delle udienze che precedono la discussione nell’ambito del processo per l’omicidio di Paolo Stasi, il 19enne di Francavilla Fontana ucciso il 9 novembre con due colpi di pistola sull’uscio della propria abitazione di via Occhi Bianchi, nella Città degli Imperiali: nel corso del dibattimento è stato completato l’esame della perita Carola Conte, che ha trascritto le intercettazioni telefoniche e ambientali, e si è dato spazio alla discussione sulla richiesta di esame di Luigi Borracino, il killer reo confesso, 17enne all’epoca del delitto, già condannato a venti anni di reclusione con rito abbreviato dal Tribunale per i Minorenni di Lecce.
La Corte, accogliendo la richiesta del suo avvocato difensore, Maurizio Campanino, a cui si sono opposti i legali Domenico Attanasi (per le parti civili, i famigliari della vittima) e Francesco Monopoli (per la madre di Stasi, Annunziata D’Errico, che oltre ad essere persona offesa è anche imputata), ha fissato per l’esame l’udienza del 21 gennaio prossimo.
In questo processo Borracino risponde insieme ad altri sette imputati (tra cui appunto la D’Errico) di reati legati al traffico di sostanze stupefacenti, mentre viene processato (anche) per concorso in omicidio Cristian Candita, maggiorenne al tempo dei fatti, che guidava la macchina a bordo della quale Borracino arrivò a casa Stasi per uccidere il giovane Paolo.
Secondo la prospettazione dell’accusa, sostenuta in giudizio dal sostituto procuratore Giuseppe De Nozza, il movente del delitto risiede in un debito di droga maturato da Paolo Stasi e Annunziata D’Errico, che abitualmente consumavano marijuana insieme, nei confronti del killer reo confesso per dosi consumate e non pagate.
Contro la sentenza di condanna del Tribunale per i Minorenni è stato depositato appello nell’interesse di Borracino.
Marina Poci
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