Perde il lavoro per assistere i genitori e ora tra debiti e bollette vive in povertà

di Lucia Pezzuto

Perde il lavoro per assistere i genitori, 53enne brindisino tra debiti e bollette non riesce a mangiare. Vive da solo nella casa che i genitori gli hanno lasciato dopo la loro morte ma i debiti contratti per pagare i funerali e le spese delle utenze non gli consentono di avere una vita dignitosa. A tutto questo si aggiunge anche una importante patologia congenita che lo limita nelle scelte lavorative. Antonio, questo un nome di fantasia, ha 53 anni è di Brindisi ma sino a tre anni fa viveva a Reggio Emilia .

Qui aveva una compagna e un lavoro come magazziniere in una ditta, la Dussman che si occupa di servizi integrati nel settore sanitario e ospedaliero, aziendale, scolastico, dell’assistenza alla terza età, militare e dei trasporti. Antonio, in particolare , lavorava in ambito ospedaliero. “Quando ero a Reggio Emilia ogni mattina mi alzavo alle tre e con la bicicletta percorrevo circa venti chilometri per raggiungere il posto di lavoro anche con la pioggia e con il freddo- racconta- una volta arrivato impiegavo un’ora per riscaldarmi. Qui spesso mi prendevo cura anche dei pazienti più anziani che mi trattavano con grande affetto”. La vita di Antonio era serena sino a quando non è stato costretto a tornare a Brindisi, la madre si era ammalata di cancro e necessitava di assistenza ed il padre, anche lui anziano, non riusciva ad occuparsene. Antonio non ci ha pensato due volte a mollare tutto e correre in soccorso dei genitori.

Così ha perso il lavoro e purtroppo anche la compagna. “Era l’amore della mia vita ma i miei genitori avevano bisogno di aiuto- dice- poi la mamma è peggiorata ed è morta”. Purtroppo poco dopo si è ammalato anche il padre ed il destino gli ha portato via anche quest’ultimo affetto. “Gli ultimi tre anni per me sono stati tanto difficili- dice in lacrime. I miei genitori era tutto, loro mi hanno insegnato l’amore ed il sacrificio”. Per pagare i funerali Antonio si è indebitato e nonostante la casa in cui vive sia di proprietà le spese sono davvero tante e non riesce più ad affrontarle. Le bollette sono diventate un incubo ed anche la rateizzazione di queste spese non gli consente il più delle volte di mettere il piatto in tavola. “L’unica entrata di cui dispongo sono 500 euro del reddito di cittadinanza- ammette con grande dignità- ma ne farei volentieri a meno se riuscissi a trovare un lavoro.

La ditta per la quale lavoravo a Reggio Emilia svolge dei servizi anche qui a Brindisi presso l’ospedale Perrino ma non sono riuscito ad avere alcun contatto e nessuna possibilità di propormi. Sono andato anche all’ufficio di collocamento perché voglio lavorare ma l’età, ho 53 anni, e le mie condizioni di salute non mi consentono di fare qualsiasi cosa”. Il futuro per Antonio è buio, negli ultimi tempi nelle stanze del Governo si parla tanto anche di voler ritirare il reddito di cittadinanza e se così fosse Antonio, come tante altre famiglie in difficoltà perderebbero anche questo piccolo sostegno. “Vorrei trovare una occupazione dignitosa- dice- sono disposto a fare nuovi corsi di formazione. Ho le capacità per lavorare e rimettermi in gioco, perché non farlo. Vorrei solo averne l’opportunità. Ripeto, il reddito di cittadinanza non mi interessa però capisco che vi sono famiglie che finirebbero davvero per strada se lo togliessero. E questo è incivile”.

Antonio trascorre le sue giornate in solitudine sfogliando le bollette della luce e del gas che si accumulano ed i conti purtroppo non tornano. Spesso deve rinunciare a mangiare per pagare una rata e non questa non è l’unica rinuncia. In suo soccorso nelle ultime settimane è intervenuta la parrocchia della Cattedrale.
“Non mi piace chiedere aiuto – ammette con grande fatica- ma non sapevo più come fare. Sono solo ed anche quei pochi parenti che avevo nel momento del bisogno mi hanno voltato le spalle. Ecco perché penso che oramai stiamo perdendo tutti i valori. Io sono profondamente credente ma oggi ritendo che sono davvero poche le persone disposte a tenderti una mano. Una di queste è Don Mimmo”. Don Mimmo Roma è l’amministratore parrocchiale e da sempre, tra le sue mansioni, c’è anche quella di aiutare le famiglie in difficoltà che si rivolgono alla Chiesa. Oggi le richieste di aiuto sono davvero tante e per la stragrande maggioranza si tratta di gente che chiede una mano proprio per pagare le utenze. “Antonio è una bella persona, buona e sensibile. Sta vivendo un periodo di grande difficoltà e la Parrocchia cerca di aiutarlo come può- dice Don Mimmo- ma come lui ci sono davvero tantissime persone che ci chiedono aiuto. Un po’ con le nostre risorse , un po’ con quelle della Caritas cerchiamo di fare il possibile. Le richieste vanno dai generi alimentari ad un contributo economico per pagare le bollette. Il caro energia ha messo in ginocchio tante famiglie. Abbiamo situazioni anche molto gravi e complesse con la presenza di minori”.

La soglia di povertà è aumentata e gli ultimi due anni di pandemia non hanno fatto altro che peggiorare la situazione. Antonio come tanti altri è simbolo di una società sempre più in difficoltà che non riesce ad uscire dal tunnel della crisi. “ Ho 53 anni- dice Antonio- pochi per andare in pensione, troppi per un nuovo lavoro. Mi chiedo cosa dovrei fare per sopravvivere. Sono situazioni in cui perdi la speranza. Vorresti fare tanto ma non ti consentono di fare nulla”.