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Prof condannato per molestie sessuali vince cattedra a Bari: l’università LUM frena

Cinque mesi fa patteggiò la pena di un anno e 11 mesi di reclusione per violenza sessuale e molestie nei confronti di 12 studentesse della Scuola di Specializzazione in Medicina Legale dell’Università di Torino: ora Giancarlo Di Vella, docente barese di 62 anni, potrebbe tornare a insegnare, in quanto risultato vincitore di cattedra, per la stessa materia, all’università privata LUM, con sede a Casamassima.
Una notizia che non ha mancato di suscitare malumori, costringendo il Magnifico Rettore Antonello Garzoni a una precisazione sullo stato dell’iter procedurale della eventuale assunzione: “A questo concorso ha partecipato un solo candidato, che è stato valutato dalla commissione nominata da altri professori ordinari, tenendo conto del suo curriculum. In questa fase non si entra nel merito di atti giudiziari o di altri aspetti. Ora il dipartimento deve esprimersi entro 60 giorni dalla pubblicazione degli atti, come proposta di chiamata. Poi ci sarà un passaggio nel Senato accademico ed in Cda per l’eventuale presa di servizio. Quindi, in questo momento la persona non è nei ruoli dell’Università. C’è solo una commissione che ha dato idoneità. Noi, tra l’altro, abbiamo un regolamento di disciplina molto ferreo ed un codice etico in cui determinate cose non sarebbero compatibili. In questo momento non possiamo esprimerci su una persona che a tutti gli effetti non è un dipendente”.
Giancarlo Di Vella, dimessosi dall’incarico di professore dopo la notifica dell’ordinanza cautelare, era accusato di avere palpeggiato nelle parti intime alcune specializzande tra il 2021 e il 2023 ed era stato collocato agli arresti domiciliari dal Gip torinese. Con la sentenza, era stato sottoposto anche al divieto di dimora in Piemonte e all’obbligo di frequentare corsi di approfondimento su tematiche attinenti alla violenza di genere, oltre che condannato a risarcire le parti civili costituite nel processo: studentesse, MIUR, Ministero della Salute e Università di Torino.
Marina Poci