Quale tampone scegliere? Guida ragionata su cosa fare se si è a rischio contagio

di Lucia Pezzuto per il7 Magazine

Febbre, raffreddore, dolori diffusi e sintomi influenzali sono i primi campanelli d’allarme legati al contagio da Covid eppure la certezza se abbiamo contratto il virus o meno la si può avere solo eseguendo dei test specifici: il tampone o i test antigenici. Dall’inizio della pandemia ad oggi in Puglia sono stati effettuati 665.959 test, 9.052 sono i pazienti guariti e 26.607 sono i casi attualmente positivi. Dati in continua evoluzione e strettamente legati ai tempi e al numero di tamponi processati. Oggi sottoporsi ad un test per il Covid, anche davanti al minimo sospetto, è fondamentale soprattutto se si considera che il numero degli asintomatici è di gran lunga superiore a quello dei sintomatici. La diffusione del virus è oramai talmente capillare da far sì che ciascuno di noi sia considerato soggetto a rischio. Ed allora davanti ai sintomi o semplicemente al dubbio sull’aver contratto il virus o meno è utile sottoporsi a test.

Tipologie di test per SARS-CoV-2

Esistono diverse tipologie di test che si possono eseguire per scoprire se si è affetti dal virus Covid 19. Alcuni di questi test sono più affidabili ma richiedono tempi decisamente più lunghi per ottenere l’esito. Altri, chiamati anche test rapidi, hanno una percentuale più bassa di affidabilità ma l’esito è disponibile già dopo un quarto d’ora e si basano esclusivamente sulla presenza degli anticorpi.

1. Test molecolare

È il cosiddetto “tampone”, il test attualmente più affidabile, quello che oggi viene utilizzato per la diagnosi di infezione da coronavirus. Viene prelevato con un lungo bastoncino simile ad un cotton-fioc un campione delle vie respiratorie del paziente, preferibilmente dalla mucosa naso-faringea o, laddove possibile, in ospedale, si usa espettorato o broncolavaggio o broncoaspirato. Questo campione viene quindi analizzato attraverso metodi molecolari di real-time RT-PCR, Reverse Transcription-Polymerase Chain Reaction per l’amplificazione dei geni virali maggiormente espressi durante l’infezione. L’analisi può essere effettuata solo in laboratori altamente specializzati e formalmente individuati dalle autorità sanitarie, e richiede in media dalle due alle sei ore dal momento in cui il campione viene avviato alla processazione in laboratorio.

2. Test antigenico

Questa tipologia di test è basata sulla ricerca, nei campioni respiratori del paziente, delle proteine virali, detti antigeni. Le modalità di raccolta del campione sono del tutto analoghe a quelle dei test molecolari, ossia tampone naso-faringeo, i tempi di risposta sono molto brevi circa 15 minuti, ma la sensibilità e specificità di questo test sono inferiori a quelle del test molecolare, quindi le diagnosi di positività ottenute con questo test devono essere confermate da un secondo tampone molecolare. Questo “tampone rapido”, è stato recentemente introdotto per le situazioni, per esempio nello screening dei passeggeri negli aeroporti, dove è importante avere una risposta in tempi rapidi. I test antigenici esistono in versione POCT, cioè si possono effettuare al sito del prelievo, e in versione “da laboratorio”, cioè richiedono attrezzature di laboratorio.

3. Test sierologico classico

Mentre il “tampone”, sia esso molecolare o rapido, individua nelle secrezioni respiratorie del paziente il virus o le sue proteine, il test sierologico, o immunologico, rileva la presenza nel sangue degli anticorpi specifici che il sistema immunitario produce in risposta all’infezione, la loro tipologia (IgG, IgM, IgA), ed eventualmente la loro quantità. Questo test, denominato anche ELISA o CLIA o IFA a secondo della tecnologia utilizzata, richiede un prelievo di sangue venoso, e viene effettuato presso laboratori specializzati.

4. Test sierologico rapido

I test sierologici rapidi si basano sullo stesso principio di quelli classici, ma sono semplificati e dànno risposte solo di tipo qualitativo, dicono cioè soltanto se nell’organismo sono presenti gli
anticorpi specifici per il virus. Questi test sono di semplice esecuzione, hanno tempi medi di risposta di circa 15 minuti e possono essere effettuati anche al di fuori dei laboratori: sul dispositivo di rilevazione viene depositata una goccia di sangue ottenuta con un pungidito, e la presenza di anticorpi viene visualizzata mediante la comparsa sul dispositivo di una banda colorata o di un segnale fluorescente letto con uno strumentino portatile. L’affidabilità di questo tipo di test è tuttavia molto variabile, e l’Organizzazione Mondiale della Sanità attualmente non raccomanda l’utilizzo di questo tipo di test per la rilevazione di anticorpi nell’assistenza ai pazienti. È importante sottolineare che i test sierologici, per la loro stessa natura, non sono in grado di dire se il paziente ha una infezione in atto, ma soltanto se è entrato o meno in contatto con il virus. Quando ci infettiamo il nostro organismo impiega alcuni giorni prima di produrre gli anticorpi specifici, che poi rimangono in circolazione per parecchio tempo dopo che l’infezione è stata superata ed il virus eliminato. Una persona positiva al test sierologico potrebbe quindi non avere più una infezione in corso, e viceversa un risultato negativo del test sierologico non esclude che la persona sia positiva al virus perché si è infettata da poco. Il test sierologico classico non ha pertanto valore diagnostico, se non in determinati casi, nei quali va associata la valutazione della sintomatologia e del decorso clinico del singolo paziente; la ricerca degli anticorpi specifici effettuata con i test sierologici è invece estremamente utile negli studi epidemiologici, per la valutazione della reale circolazione di un virus nella popolazione dopo un evento epidemico.

5. I test salivari

Recentemente sono stati proposti sul mercato test che utilizzano come campione da analizzare la saliva. Il prelievo di saliva è più semplice e meno invasivo rispetto al tampone naso-faringeo o al prelievo di sangue, quindi questa tipologia di test potrebbe risultare utile per lo screening di grandi numeri di persone. Come per i tamponi, anche per i test salivari esistono test di tipo molecolare, che rilevano cioè la presenza nel campione dell’RNA del virus e di tipo antigenico, che rilevano nel campione le proteine virali.

I test sierologici non possono essere utilizzati per la diagnosi di infezione in atto: a tal fine occorre utilizzare i metodi diagnostici che rilevano la presenza diretta del genoma del virus o delle sue proteine (antigeni); I test antigenici rapidi su tampone naso-faringeo possono essere utili in determinati contesti, come il tracciamento dei contatti di casi positivi o lo screening rapido di numerose persone; I test antigenici e molecolari su campioni di saliva al momento difficilmente si prestano allo screening rapido di numerose persone in quanto richiedono un laboratorio attrezzato;
Il test molecolare rimane a tutt’oggi il gold standard per la diagnosi; gli altri metodi vanno utilizzati se non si dispone della possibilità di accedere al test molecolare classico, oppure per scopi diversi dal contesto diagnostico, quale la sorveglianza epidemiologica.

Disciplinare della Regione Puglia

La Regione Puglia ha dato recentemente il via libera all’esecuzione di tamponi e test antigenici nei laboratori privati per persone asintomatiche con motivazioni legate al lavoro, di viaggio e per richieste diverse da quelle correlate alle esigenze cliniche e di salute pubblica già disciplinate dai provvedimenti nazionali e regionali.

1.Tampone
Può essere eseguito esclusivamente nei laboratori ammessi alla rete regionale SARS-CoV-2 dopo il rilascio di un’autocertificazione circa l’esistenza delle motivazioni da parte del richiedente. La tariffa massima applicabile per il test attualmente è di 80 euro, in attesa che il tavolo tecnico ne confermi la congruità alla luce degli attuali costi di mercato ed è a totale carico del richiedente.
L’eventuale esito positivo del tampone deve essere comunicato dal laboratorio di analisi al Dipartimento di prevenzione competente, in modo che siano messe in atto le azioni di contenimento del virus e l’analisi epidemiologica.
Resta gratuito, invece, il tampone per coloro che presentano sintomi o per i contatti stretti, in quanto previsto nei Lea (Livelli essenziali di assistenza). In quel caso sarà la prescrizione del medico curante a giustificare la necessità del tampone.

2.Test antigenico rapido

Per esigenze non correlate a motivazioni cliniche o di salute pubblica è possibile eseguire test antigenici rapidi nei laboratori pubblici e privati ammessi a far parte della rete regionale laboratori SARS-CoV-2. L’esecuzione di test antigenico rapido su card o con strumentazione tipo POCT può essere effettuata in tutti i laboratori di patologia clinica autorizzati presenti sul territorio regionale.
Anche l’esecuzione di questi test avviene dopo il rilascio da parte del soggetto richiedente di una autocertificazione delle motivazioni.
In caso di esito positivo del test antigenico, il laboratorio di analisi deve avvertire il richiedente, il suo medico di Medicina generale e il Servizio igiene e Sanità pubblica del Dipartimento di prevenzione territorialmente competente.

Dove fare i test

I test per scoprire se siamo affetti da Covid possono essere fatti tanto in ospedale che in laboratori accreditati ma anche dal medico di base.

1.Ospedale

Generalmente le procedure per fare i test in ospedale, essenzialmente tamponi, sono tre: pronto soccorso, reparto interno, drive in. Ci si rivolge al pronto soccorso quando i sintomi del virus sono manifesti e si richiede cure mediche che a casa non riusciremmo a seguire. In quel caso il tampone viene fatto all’arrivo del paziente in ospedale. Nel reparto interno il tampone per i ricoverati è in pratica obbligatorio. In caso di positività si viene trasferiti immediatamente nel reparto Covid. Il drive in è un modulo esterno alla struttura sanitaria, è un mini-ambulatorio che garantisce sicurezza a utenti e operatori. Un operatore raccoglie i dati della persona che deve essere sottoposta a tampone e subito dopo un altro esegue il prelievo che verrà consegnato al laboratorio. Il tutto senza far scendere dall’auto la persona interessata. Queste postazioni sono in grado di effettuare fino a 200 tamponi al giorno,
il tampone viene eseguito esclusivamente su prenotazione.

2. Laboratori

Tamponi, test antigenici e test sierologici possono essere fatti anche nei laboratori. E’ opportuno tuttavia distinguere quelli accreditati da quelli no. La differenza sta nei costi. Nei laboratori accreditati i test possono essere fatti anche gratuitamente purchè sussistano determinati requisiti. Ad esempio se con prescrizione medica si certifica la presenza dei sintomi da Covid, o se si è stato a contatto stretto con un positivo. In quel caso è possibile rivolversi ad un laboratorio accreditato, come previsto nei Lea, Livelli essenziali di assistenza, e non pagare nulla. Attualmente nell’elenco dei convenzionati della Regione Puglia, per la provincia di Brindisi i laboratori accreditati sono: laboratorio di biologia molecolare presso l’ex ospedale Di Summa, laboratorio di biologia molecolare ospedale Camberlingo di Francavilla Fontana, laboratorio di biologia molecolare Mardighian di Mesagne. In tutti gli altri laboratori è possibile eseguire il test ma è esclusivamente a pagamento, i costi variano a seconda che si tratti di tampone, il prezzo varia dai 60 agli 80 euro, o test sierologici o antigenici, da 34 a 50 euro.

3. Medico di base

In Puglia è stato firmato un accordo tra Regione e sindacati dei medici di medicina generale per far sì che i medici di base possano effettuare i tamponi rapidi negli studi o in strutture messe a disposizione dalle Asl. I medici di medicina generale si occuperanno dei pazienti asintomatici usciti da 10 giorni di isolamento.
I medici di base e pediatri potranno eseguire i tamponi, ma solo quelli rapidi, gratuitamente. Il costo, che va dai 12 ai 18 euro in base a dove viene effettuato il tampone (se dentro o fuori dallo studio), sarà a carico dello Stato. Il paziente, quindi potrà fare il tampone dal medico di famiglia a costo zero, anche a domicilio.
Il servizio funziona su prenotazione, previo triage telefonico. La possibilità di fare il tampone rapido dal proprio medico è prevista nel caso di: contatti stretti asintomatici individuati dal medico di medicina generale o segnalati dal Dipartimento di Prevenzione in attesa di tampone rapido; caso sospetto di contatto che il medico si trova a dover visitare e che decide di sottoporre a test rapido; contatti stretti asintomatici al termine dei 10 giorni di isolamento identificati in base a una lista trasmessa dal Dipartimento di Sanità Pubblica e Prevenzione al medico individuato.

Come e quando il tampone dopo il contagio e la quarantena

Il monitoraggio e la mappatura dei contagi ci permette oggi di studiare con attenzione l’evolversi del virus e circoscrivere le aree a rischio. I tamponi non vengono utilizzati solo per accertare il contagio da Covid ma anche per verificare l’avvenuta guarigione. In questo caso tempi e modalità sono dettate anche dalla tipologia dei casi, ossia che si tratti di positivi sintomatici, positivi asintomatici, asintomatici positivi a lungo termine.

Casi positivi sintomatici: possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi accompagnato da un unico tampone molecolare con riscontro negativo eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi (10 giorni, di cui almeno 3 giorni senza sintomi + test).

Casi positivi asintomatici: possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa della positività, al termine del quale risulti eseguito un unico tampone molecolare con risultato negativo (10 giorni + test).

Casi asintomatici, positivi a lungo termine: le persone che, pur non presentando più sintomi, continuano a risultare positive al test molecolare per SARS-CoV-2, in caso di assenza di sintomatologia da almeno una settimana (riscontro di positività al test molecolare effettuato al 10° e 17° giorno), potranno comunque interrompere l’isolamento dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi. Nei casi asintomatici l’isolamento si interrompe comunque al 21° giorno in quanto le evidenze disponibili non documentano alcun caso di presenza di virus competente per la replicazione. Questo criterio potrà essere modulato tenendo conto dello stato immunitario delle persone interessate (nei pazienti immunodepressi il periodo di contagiosità può essere prolungato).