Rapina alle Poste, c’è un primo sospettato: effettuata la prova stub

Esiste un primo sospettato nelle indagini per identificare i componenti della banda che, sabato scorso, ha tentato di compiere una rapina presso l’ufficio postale di corso Mazzini a Ostuni: un pregiudicato locale, le cui fattezze fisiche e i movimenti ricordano quelli di uno dei malviventi che hanno fatto fuoco prima di fuggire, è stato sottoposto al test per verificare l’eventuale presenza sui polpastrelli di residui di polvere da sparo.
Le indagini condotte dalla Squadra mobile di Brindisi e dai poliziotti del locale commissariato hanno portato all’effettuazione di decine di perquisizioni domiciliari, partendo proprio da Ostuni dove si ritiene che possa essere di base una cellula importante della banda.
Del resto i malfattori erano ben informati sugli orari in cui le guardie giurate avrebbero consegnato il denaro per il pagamento delle pensioni.
Ma le verifiche proseguono con grande attenzione anche nei comuni limitrofi: l’Alfa Romeo Giulietta, posta di traverso durante la rapina, era stata rubata il 19 giugno scorso ad Alberobello mentre il furgone Iveco sul quale i malviventi sono fuggiti era stato trafugato mercoledì scorso nella zona industriale di Fasano.
Si indaga dunque anche sud della Provincia di Bari e nell’area nord di quella di Brindisi tra Fasano, Cisternino e Pezze di Greco,oltre che ad Ostuni, ovviamente.
Il commando era composto da sei banditi, armati complessivamente di due fucili e una pistola. Uno è giunto nei pressi dell’ufficio postale a bordo della Giulietta posta di traverso per bloccare il traffico ed è poi fuggito a piedi dileguandosi per i vicoletti del centro storico una volta che il colpo è fallito.
Un altro era alla guida del furgone che si è fermato proprio davanti all’ingresso dell’ufficio postale. Sono scesi in quattro: due sono entrati per compiere la rapina, gli altri sono rimasti a presidiare l’esterno armati di fucile.
Avevano tutti passamontagna, guanti in lattice e giubbotti antiproiettile.
Nel momento in cui il commissario di polizia Gianni Albano, che si trovava per caso in un bar a pochi metri di distanza, è intervenuto intimando ai banditi di arrendersi, quest’ultimi non hanno esitato a esplodere tre colpi di fucile, uno dei quali si è conficcato contro il muro di un edificio dietro cui si riparava il dirigente di polizia.
Poi i banditi si sono dati alla fuga senza riuscire a portare a termine la rapina, a bordo del furgone che è partito a tutta velocità imboccando via Vitale, accanto al cinema cittadino, proprio nella zona in cui si stava celebrando un matrimonio.
Sul posto sono stati recuperati due bossoli e due borre che vengono affidati alle verifiche tecniche polizia scientifica. Oltre ai residui degli spari, anche decine di chiodi a tre punte che erano stati disseminati sulla strada per proteggere la fuga.
Le indagini vengono seguite sin dal primo momento dal questore Maurizio Masciopinto che si è portato immediatamente sul posto e vengono coordinate dal sostituto procuratore di Brindisi Francesco Carluccio.
La fallita rapina a Ostuni non può non essere associata a quella avvenuta il 21 luglio scorso a Brindisi quando una banda anch’essa organizzata militarmente e intenzionata a far esplodere due bancomat della Banca Popolare di Bari, al rione Commenda, non esitò a sparare contro la polizia per garantirsi la fuga. In quella occasione il bilancio fu ben più tragico: sul marciapiedi rimase il corpo senza vita di uno dei rapinatori, il 50enne Giovanni Ciccarone. Anch’egli era di Ostuni.