
[✏️ Editoriale di Gianmarco Di Napoli]
Il regista hollywoodiano Paul Haggis è stato fermato con l’accusa di aver stuprato una ragazza inglese in un lussuoso B&B di Ostuni. Haggis si trova a Ostuni perché invitato all’Allora Fest, Festival internazionale del cinema nel quale non era un semplice ospite ma l’unico conduttore di una serie di incontri pubblici con alcune star mondiali del cinema, come Matt Dillon, Edward Norton e Oliver Stone.
La struttura alberghiera in cui sarebbe avvenuta la violenza sessuale è collegata direttamente all’organizzazione del Festival.
Poche ore dopo la clamorosa notizia del fermo di Haggis, gli organizzatori si sono affrettati a comunicare che la manifestazione di svolgerà ugualmente: “Le direttrici dell’Allora Fest hanno immediatamente provveduto a rimuovere il regista da ogni partecipazione alla manifestazione”, si legge nel comunicato ufficiale. Una precauzione inutile visto che Haggis non avrebbe comunque potuto parteciparvi perché agli arresti domiciliari per stupro.
Inoltre gli organizzatori esprimono “piena solidarietà verso LA DONNA COINVOLTA NELLA VICENDA”.
Unico cambio del programma, il rinvio di un giorno della conferenza stampa.
Mutuando un tema caro al mondo dello spettacolo, la conduzione dell’Allora Fest verrà affidata a un altro personaggio del cinema, come quando l’attore di un film o di un rappresentazione teatrale viene sostituito all’ultimo momento per un’improvvisa indisponibilità. Una rapida rilettura al copione e il sipario si apre, o il ciak viene battuto.
Ma questa non è una commedia.
LA DONNA COINVOLTA NELLA VICENDA è poco più di una ragazzina che in questi giorni è ospite di una comunità protetta, che non parla neanche l’italiano, che ha denunciato di essere stata stuprata e poi scaricata come un sacco in aeroporto. Nel totale rispetto della presunzione d’innocenza della quale Haggis ha il diritto di godere, il Festival del quale egli doveva essere il mattatore assoluto non può svolgersi come se nulla fosse accaduto, come se fosse sufficiente sostituirlo, per cancellare quello che è avvenuto. Haggis era a Ostuni, in quell’albergo, per guidare l’Allora Fest, non per turismo. E tutto è avvenuto in una struttura messa a disposizione dell’organizzazione, la stessa in cui si trova agli arresti.
Ovviamente l’organizzazione non ha alcuna responsabilità sull’accaduto, ma ne ha moltissime sul segnale che il mondo dello spettacolo deve fornire davanti a casi di questo genere, sulla risposta da offrire all’opinione pubblica: no, non basta la solidarietà, solidarietà un corno. Il sipario deve restare chiuso, il ciak riposto nel cassetto. Sarebbe una “masterclass” fenomenale se il cinema si fermasse nel rispetto di una ragazza violentata.
Se si spiegasse che lo spettacolo, in questi casi, non deve continuare.