Saul, Peppino e la brunetta: addio al primo barbiere glamour

di Gianmarco Di Napoli per IL7 Magazine

Narra la leggenda che Angela Brambati, la brunetta dei Ricchi e Poveri, prima di un concerto al cinema-teatro Astra, avesse necessità di sistemarsi i capelli. Erano gli inizi degli anni Settanta, quelli di “Che sarà” e “La prima cosa bella” e parrucchieri per donna in zona non ce n’erano. Angela entrò nel salone da barba di Saul, in via Imperatore Augusto: “Tagliami i capelli, ti prego”. Il barbiere la guardo perplesso: “Ma signora, io non faccio tagli da donna”. Lei lo pregò. Quando salì sul palco aveva i capelli così corti, ma così corti che sembrava quasi un militare. Ma quel taglio piacque tanto che rimbalzò su tutte le copertine dei rotocalchi e ogni volta che la brunetta tornava a cantare a Brindisi chiamava il barbiere brindisino per farsi tagliare i capelli da uomo.
Dire che Saul Quarta, scomparso qualche giorno fa a 84 anni, sia stato un grande personaggio della brindisinità a cavallo tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta pare persino riduttivo. Fricchettone, eccentrico, ma anche generoso e altruista, amante della mondanità ma nello stesso legato a doppia mandata alla famiglia, prima fra tutti la moglie Rosa Zanzariello, al suo fianco da quando ancora imparava il mestiere e campava con le mance.
Un’eccentricità che probabilmente proveniva dai cromosomi: la mamma, Lucrezia Solfrizzi, donna dell’aristocrazia barese, negli anni Trenta indossava i pantaloni e suonava la chitarra. Morì quando Saul (cui aveva dato il nome di un fratello scomparso in guerra) aveva soltanto due anni. Il padre, motorista sulle navi, si risposò e il bambino fu affidato ai nonni paterni. Uno dei fratellastri, Antonio, anni dopo scappò da Brindisi in mutande, con indosso solo un impermeabile: qualche tempo dopo era diventato uno dei più ricchi editori di Bologna. Insomma, una famiglia di matti geniali.
Il primo piede in un salone da barba lo mise a sette anni. Era il periodo della guerra e bisognava portare soldi a casa: Saul faceva il ragazzo di bottega da Faggiano, in piazza Dante. A dieci anni passò da tale Mazzotta e a 15 da Romanelli. Nel maggio del 1961 decise di mettersi in proprio e aprì quello che sarebbe stato il suo regno per oltre 40 anni: “Saul, parrucchiere per uomo”, in via Imperatore Augusto, al rione Commenda. Quella scritta “parrucchiere per uomo” compariva per la prima volta all’ingresso di un salone da barba e provocò ilarità tra i suoi colleghi. Ma fu uno dei motivi principali del suo successo.
Di caro, Saul era caro. Anzi, il suo taglio di capelli era il più costoso di Brindisi. Ma era bravo e soprattutto quella sua eccentrica eleganza, la cura dell’abbigliamento e una certa dose di paraculismo lo resero in breve un personaggio quasi da vita mondana. Esempi del suo paraculismo? Anni Sessanta, stavolta è Peppino Di Capri che si affaccia nel suo salone prima
di un concerto all’Astra. Taglio di capelli e appuntamento a fine serata per accompagnarlo in aeroporto: il cantante sale sulla Prinz del barbiere e immediatamente Saul infila nel mangiadischi “Roberta”, il 45 giri che aveva scalato tutte le classifiche. Di Capri è sorpreso, Saul dice: “La mia preferita”.
Anche per Domenico Modugno in quegli anni il taglio di Saul era un appuntamento canonico prima di ogni concerto brindisino all’Estoril o alla Sciaia a mare. Ed era spesso lui a scarrozzarlo per la città, a bordo della solita vecchia Prinz.
E poi c’erano le grandi amicizie. Tra tutte quella con Tonino Cisternino che in quegli stessi anni aprì la sua prima gioielleria, un bugigattolo proprio difronte al salone: un bancone davanti, una tenda a fare da separé e dietro un cucinino e una brandina. Saul ricordava ancora quando, grazie all’intercessione del commendator Franco Fanuzzi (presidente della Brindisi Sport e suo affezionato cliente) riuscì ad avere un appartamento popolare al rione Paradiso e Cisternino, quando andò a trovarlo, rimase stupito per tutte quelle comodità. Anni dopo sarebbe diventato il gigante dell’oreficeria che oggi tutti conoscono. Altro che casa popolare.
Tante, si diceva le amicizie durate per tutta la vita: quella con Anna Signorile, titolare di Anna Chic, rinomata boutique che organizzava sfilate di moda alle quali Saul e la moglie Rosa erano sempre invitati. E, ancora, Lino Schena, all’epoca re della sartoria maschile, Lucio Greco, mito dell’abbigliamento sportivo, Gino Colella, proprietario del bar Dalmazia.
Ci sono poi i tanti allievi che a loro volta sono diventati affermati “parrucchieri per uomo”. Come Tonino Funtò, il barbiere che scrive e interpreta commedie, forse il preferito tra tutti i suoi ragazzi di bottega. Andava ancora da lui per farsi tagliare i capelli, quando non riusciva a farlo da solo. Ed erano scherzi e lazzi, ma poi finiva quasi sempre per rimproverarlo per un taglio non troppo preciso, proprio come faceva 40 anni prima.
Non vogliamo soffermarci su quello che è successo dopo il 2003, quando Saul ha chiuso bottega dopo un infarto. Ne ha sofferto, ma ha trovato il modo di trasferire la sua energia alla famiglia, ai figli Ivano, Gianfranco e Mara, ai nipotini. “Ha riversato su di noi tutto l’affetto che da piccolo non aveva avuto”, ricorda Mara. “E’ stato generoso e brillante sino all’ultimo”. Seguiva il calcio, giocava al biliardo, sfotteva ancora gli amici. Al suo funerale più sorrisi che lacrime e se fosse stato per lui, di certo, al momento clou della cerimonia sarebbe partito un disco. Di Peppino Di Capri.