“Con cuore e occhi pieni di amarezza, ma con la speranza di essere ascoltati, ci rivolgiamo a lei perché volga lo sguardo sulla drammatica situazione degli ulivi in Puglia da anni aggrediti dalla xylella. Nonostante allarmi, denunce, dibattiti e inchieste, il batterio – che ha già compromesso milioni di piante in particolare nel basso Salento – continua ad essere aggressivo contaminando ampie zone fra le province di Brindisi e Bari”: è un passaggio della lettera indirizzata alla premier Giorgia Meloni, sottoscritta da decine di imprenditori agricoli pugliesi e dalle amministrazioni comunali di Ostuni, Carovigno e Fasano, con cui si chiedono al governo “misure radicali e concrete” per fronteggiare gli effetti dell’avanzata del batterio della xylella dopo i gravi danni già provocati all’olivicoltura ed al paesaggio delle province di Lecce e Brindisi. Promotrice di questa iniziativa è Alessandra Testa, che oltre 10 anni fa ha acquistato una masseria nelle campagne di Ostuni. La lettera è stata pubblicata oggi, 30 ottobre, su un’intera pagina del Corriere della Sera.
“La Puglia, tanto decantata e amata, diventata prestigiosa destinazione internazionale, ammirata dai potenti della terra come al recente G7 a Savelletri, non sarebbe più la Puglia senza i suoi olivi secolari e senza il suo olio extravergine di oliva”.
“Occorre salvare gli ulivi pugliesi a rilanciare l’olivicoltura della Regione. Obiettivo possibile, come dimostrato dai recenti studi e ricerche scientifiche ad altissimo livello su diversi ipotesi di intervento. Si tratta di interventi costosi, non sopportabili dai singoli operatori”. Ma più costosa per il Paese e per la nostra regione, se la xylella avesse partita vinta, sarebbe la scomparsa di un patrimonio naturale unico al mondo con la conseguente marginalità dell’olio extravergine d’oliva italiano, oltre a un incalcolabile impatto ambientale, paesaggistico, culturale ed economico ed una drammatica ricaduta occupazionale in tutti i settori economici interessati”, conclude il messaggio.
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