Una testata in pieno volto e pugni al torace all’autista-soccorritore e l’ambulanza devastata: è l’ennesima, brutale aggressione subita dal personale del 118, questa volta a Palagiano, nel Tarantino, nel pomeriggio di ieri, 29 giugno.
La centrale operativa 118 aveva inviato un’ambulanza per soccorrere un 32enne, su segnalazione della madre, che parlava di una presunta aggressione subita dal figlio. Ma appena arrivati, i sanitari si sono trovati davanti un uomo in forte stato di agitazione.
Dopo la richiesta di rinforzi, il giovane ha colpito con una violenta testata l’autista, causandogli un trauma cranico commotivo e una ferita alla piramide nasale, poi gli ha sferrato pugni ripetuti al torace. L’uomo ha cercato di mettersi in salvo, fuggendo nelle campagne. La soccorritrice, rimasta sola, ha provato a rifugiarsi nell’ambulanza, ma l’aggressore l’ha seguita e ha distrutto apparecchiature e strumenti sanitari, rendendo il mezzo inutilizzabile.
Solo l’arrivo dei Carabinieri ha permesso di fermarlo e condurlo all’ospedale di Castellaneta.
L’autore dell’aggressione è poi stato arrestato.
“Non possiamo più assistere inermi. In gioco – sottolineano il segretario della Fp Cgil di Taranto, Mimmo Sardelli, e il segretario provinciale Alessio D’Alberto – c’è la vita e la dignità di lavoratrici e lavoratori che ogni giorno, con professionalità e sacrificio, servono la collettività. Chiediamo con forza l’attivazione di un tavolo di crisi aziendale con la Asl Taranto e la convocazione di un tavolo prefettizio che coinvolga forze dell’ordine, sindacati e autorità competenti. La sicurezza di chi lavora per salvare vite deve diventare una priorità assoluta”.
“Ho detto alla collega di andarsene perché mi dispiaceva per lei. Penso che mi avrebbe ucciso se avesse avuto qualcosa in mano o mi avrebbe ucciso comunque di botte. Ho iniziato a barcollare. Allora mi sono allontanato uscendo dal cancello, ma lui mi ha inseguito e ha continuato a picchiarmi: non so quante botte mi ha dato. Non riuscivo a stare in piedi, a un certo punto mi sono buttato a terra e ho pensato: può fare quello che vuole, non ho le forze per reagire. In quei momenti sei solo, sei completamente solo. E se avessi reagito e lui avesse sbattuto la testa a terra? Cosa sarebbe accaduto? Sarei stato indagato per eccesso di legittima difesa? Sarei stato sospeso dal lavoro? No, mi dispiace”, è la drammatica testimonianza dell’operatore aggredito.