
Il segnale in codice era l’immagine di un coniglio in gabbia inviata con il cellulare: significava che la cocaina era disponibile. E’ quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare eseguita dalla polizia tra Mesagne, Brindisi e Ostuni e che ha portato all’arresto di 15 persone, di cui sei in carcere e nove ai domiciliari.
Era Damiano Gagliardi, meglio noto come “Scasciamachine”, a inviare il messaggio con il coniglietto agli spacciatori che riforniva periodicamente di cocaina: si parla di un quantitativo di almeno 150 grammi alla settimana.
Le indagini del commissariato di Mesagne sono scattate dopo il pestaggio uno dei pusher, Salvatore Girardo, picchiato nei pressi della porta Piccola di Mesagne, la zona nella quale spacciava lo stupefacente. Partendo da quell’aggressione, che ovviamente la vittima non aveva denunciato ma che è stata ripresa dalle telecamere di sicurezza dell’Amministrazione comunale, gli investigatori hanno ricostruito in maniera minuziosa la rete di spaccio che, partendo dalla città vecchia di Mesagne giungeva sino a Brindisi.
Qui, in un grande condominio di via Cappuccini, operava l’altro personaggio di spicco arrestato, Paride Molfetta, dipendente di una cooperativa di pulizia, che nascondeva la droga dietro un armadio della stanza da letto e che si occupava di smerciarla con la complicità della moglie, la brindisina Elisabetta De Pace.
Dopo il blitz di lunedì mattina, sono iniziati gli interrogatori di garanzia dei sei indagati finiti in carcere: oltre a Damiano Gagliardi e Paride Molfetta, Vito Zullo, Luca Rammazzo, Mauro Girardo e Angelo Molfetta, tutti mesagnesi. Si procederà poi a quello dei detenuti ai domiciliari: Antonio Della Porta, Giovanni Loparco, Gianfranco Coluccia, Angelo Falcone, Fernando Rogoli, Angelo Apolito, Cosimo Palazzo, Elisabetta De Pace e dell’assistente capo della polizia penitenziaria Michele De Luca, che lavorava presso la casa circondariale di Taranto ma che avrebbe svolto l’attività di spaccio fuori dal carcere.
La rete ramificata di spacciatori riusciva a muoversi anche durante il lockdown e nel periodo di coprifuoco per il Covid, assicurando le dosi di cocaina anche a professionisti brindisini.