Tennis, la rivincita degli uomini: il Ct Brindisi in serie A

di GIANMARCO DI NAPOLI per IL7 Magazine

Se fosse stata una partita di calcio, sarebbe “Italia-Germania 4-3”. I risultati sportivi, anche prestigiosi, esondano poche volte dalle pagine della cronaca. Restano confinati nelle bacheche polverose che raccolgono i trofei, nei ritagli di giornale incorniciati sulle pareti buone o dispersi nelle pieghe sconfinate dei motori di ricerca. Ma “Circolo Tennis Brindisi-Benevento 5-2”, dopo 14 ore ininterrotte di partite sui campi numero 1 e 2 del Ct di via Ciciriello – dalle 10 del mattino a mezzanotte – segna qualcosa di epico: una sfida ai limiti della resistenza fisica e psicologica, con atleti in preda ai crampi, stoicamente aggrappati alle manovre del fisioterapista a ogni cambio di campo. Una lotta interminabile che solo 100 spettatori presenti sugli spalti avranno la fortuna di poter raccontare, perché anche il risultato sportivo è di quelli che cambiano la storia: per la prima volta Brindisi si arrampica in cima al tennis maschile nazionale, conquistando la serie A.
“Ct Brindisi-Benevento 5-2” sfila per la prima volta il gonnellino a un circolo che finora aveva vissuto pagine di gloria solo grazie alla bravura delle sue ragazze: negli ultimi anni le epiche vittorie mondiali di Flavia Pennetta, che su questi campi si era formata sino alle soglie dell’adolescenza, e ancor prima gli splendidi successi in campo nazionale del team trascinato dalla treccia bionda di Maria Fiume e dalle legnate di Barbara Gori. I maschi niente. Erano rimasti sempre ai margini della storia, anzi all’ombra. A parte quattr’anni fa, quando avevano sfiorato l’impresa, ma Padova era troppo forte e la serie A2 era rimasta un sogno.
C’è un filo che collega lo squadrone di Maria Fiume, che furoreggiava sulla terra rossa di mezza Italia a metà degli anni Ottanta, e il team che ha conquistato la prima storica promozione nella serie A maschile: il capitano di quella squadra era Carlo Faccini, ex giocatore di basket di discreto livello e all’improvviso riconvertitosi al tennis, disciplina che con le sue traiettorie traccia infinite linee, quasi come sul tavolo inclinabile nel suo studio da architetto. Più di trent’anni dopo, lo stesso Faccini è oggi il direttore sportivo della squadra maschile che ha vinto il campionato di serie B, quello che facendo la “spesa” con il bilancino del farmacista ha costruito un team con i pochi soldi a disposizione, schiantando una concorrenza che aveva investito fior di quattrini per conquistare la serie A senza riuscirci. Come Bari, ad esempio.
“Ct Brindisi-Benevento” in realtà era iniziata una settimana prima a campi inversi. Al Circolo tennis della Tc Cloude Finance 2002”, nel cuore del Sannio, si gioca sul cemento. La superficie veloce non ha aiutato. Delle sei partite disputate i brindisini ne hanno vinte solo due e quindi si è tornati a casa che la frittata era quasi fatta.
Ma doveva arrivare il giorno in cui la storia sarebbe cambiata.
Il Ct Brindisi ha 350 soci di cui poco più del 20 per cento praticanti e una scuola tennis con 150 ragazzini che sognano di diventare i nuovi Federer o Nadal. I maestri sono Vito Tarlo e Bobo Ciampa, quest’ultimo già istruttore di Flavia prima che spiccasse il volo. Tarlo e Ciampa sono anche i capitani della squadra maschile di tennis che, oltre a un team di serie B, partecipa anche ai campionati di serie C e D1. L’ossatura della serie B è costituita da ragazzi nati e cresciuti sulla terra rossa di via Ciciriello: Omar Brigida, brindisino, ha 19 anni (classifica 2.4) e sta affrontando gli esami di maturità. Proviene dal vivaio e si allena full-time dal 2007. E’ un punto fermo sia come singolarista che nel doppio, grande incontrista da fondocampo. E’ lui uno degli eroi del doppio di spareggio, quello giocato a mezzanotte. L’altro è Matteo De Vincentis, uno degli “stranieri” della squadra: 20 anni, romano (classifica 2.2), studente di Psicologia presso il Collage di Auburn in Alabama (Stati Uniti). Tra andata e ritorno contro Benevento ha vinto tutti gli incontri disputati : cinque vittorie, tra singolare e doppio, gli ultimi due giocati con i crampi a un polpaccio.
C’è anche uno straniero “vero”: Maciej Rajski è un ventisettenne professionista (classifica italiana 2.2, ranking ATP 611 e best ranking 538) che gira il mondo con una borsa e una racchetta. Qualche settimana fa ha vinto il titolo di campione della Polonia, la sua terra. Tesserato per il Circolo Tennis Brindisi nella stagione 2018, la sua presenza ha rappresentato un valore aggiunto per la formazione biancazzurra.
Ci sono poi Matteo Giangrande (classifica 2.5), 21 anni, di Squinzano ma cresciuto nel vivaio brindisino; Domenico D’Alena, 20 anni, di Castellana Grotte, studente universitario presso l’Istituto Superiore di Educazione Fisica (ISEF) a Bari. E un baby brindisino su cui si concentrano molte speranze per il futuro: Paolo Cristofaro, 17 anni, classifica 2.7: ha ottime qualità tecniche e ampi margini di miglioramento.
Questa è la squadra al completo.
Si partiva dal 2-4 e dunque se i campani avessero vinto tre partite la serie A l’avrebbero impacchettata e portata a casa. In via Ciciriello c’erano cento spettatori sugli spalti. Pochi ma fortunati perché quello che hanno visto lo ricorderanno per sempre.
Si è iniziato con i quattro singolari, due vinti e due persi. Sul 2-2 sarebbe stato sufficiente perdere un doppio e si sarebbe chiusa lì. E invece prima De Vincentis/Giangrande e poi Rajski/Brigida hanno vinto ribaltando il pronostico. Era ormai notte quando è stato necessario un terzo doppio, quello di spareggio. “Avevamo mezz’ora di tempo per decidere la coppia da mandare in campo”, racconta Carlo Faccini. “Dovevamo scegliere non i più forti ma quelli che avevano la forza mentale e fisica per affrontare la finalissima”. Così in campo sono andati la bandiera brindisina Omar Brigida e l’imbattibile Matteo De Vincentis, nonostante l’ultima partita l’avesse giocata con i crampi. Finita subito? Neanche per idea.
Il primo set lo vincono i campani per 6/4. E nella seconda partita, hanno anche due match-point. Sembra finita, i tifosi brindisini chiudono gli occhi. Ma è qui che inizia il miracolo. Brindisi si riporta sul 5-5 e poi un tie-break lunghissimo vinto per 7-6. La sfida, quando ormai è passata la mezzanotte, si gioca nell’ultimo set della settima partita della giornata. Anche qui non finisce mai: le due coppie mantengono il servizio, sino ad arrivare al tie-break. Sul match-point per Brindisi i campani rispondono con dritto centrale che finisce lungo di cinque centimetri. Brigida e De Vincentis crollano sfiniti e quasi increduli mentre il campo viene invaso per la festa.
Il Ct Brindisi è in A2, terza forza pugliese dietro l’Angiulli Bari e il Ct Maglie che giocano stabilmente in A1, ma che hanno a disposizione ben altri budget: i baresi con una delle polisportive più solide del meridione d’Italia, i leccesi con il supporto dell’Amministrazione comunale che ha adottato la squadra.
Per affrontare la serie A in maniera adeguata saranno necessari due ingredienti che adesso mancano: prima di tutto gli sponsor che possano sostenere gli sforzi economici per ingaggiare uno o due tennisti di categoria che rinforzino la squadra. E poi il pubblico. “Ct Brindisi-Benevento 5-2” resterà una storia leggendaria dello sport locale per i pochi spettatori che hanno avuto la fortuna di seguirla. Ma una squadra di serie A merita le tribune piene, un filo diretto con il pubblico. E forse anche, finalmente, un Circolo tennis che sappia aprirsi alla città.

Ha collaborato Ludovica Anelli