Uccise la convivente che non gli dava i soldi per le scommesse: confermato l’ergastolo

La camera di consiglio è stata molto breve: non è servito troppo tempo alla la Corte d’Assise d’Appello di Taranto per confermare l’ergastolo a Pietro Dimitri, 77 anni, di Manduria, che il 12 ottobre 2021 uccise con 55 fendenti inferti con un taglierino la convivente Giuseppina Loredana Dinoi, 71 anni, anch’ella manduriana, perché non cucinava, lo lasciava da solo in casa e, soprattutto, non gli dava più i soldi per le scommesse.
Nonostante il Procuratore Generale avesse chiesto di ridurre la condanna a 24 anni di reclusione, in considerazione della mancata concessione delle attenuanti generiche, i giudici hanno ritenuto che l’uomo, reo confesso, meriti il carcere a vita, anche perché, come sostenuto dai fratelli e dalle sorelle della vittima, costituitisi parti civili nel processo, l’uomo non ha mai dimostrato alcun segno di pentimento.
Una proposta a cui si è fermamente opposto l’avvocato Lorenzo Bullo che assiste i familiari della donna costituiti parte civile: Bullo ha ricordato come nella sentenza di primo grado sia stato chiaramente spiegato che il 77enne non solo ha ucciso la donna «perché non la sopportava più, perché non gli “cucinava”, lo lasciava da solo in casa, Io trascurava e non si occupava più di lui», ma soprattutto che dopo aver inflitto quelle 55 coltellate non c’è stato alcun pentimento.
Fu Dimitri stesso a chiamare i Carabinieri di Manduria dopo l’omicidio, chiedendo il loro intervento in quanto aveva appena ucciso la compagna e affermando di averlo fatto perché non la sopportava più. L’uomo aveva anche simulato un tentativo di suicidio procurandosi alcune ferite da taglio al collo e alle braccia, ma tutti i magistrati che si sono occupati del caso hanno sempre ritenuto, stante la poca profondità delle ferite, che si sia trattato di una vera e propria montatura per cercare di ottenere benefici processuali di qualche tipo.
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