«Voglio sapere come è morto mio figlio Davide»

Lucia Portolano per il7 Magazine

Tornavano da un compleanno, avevano trascorso una serata tra amici. Erano felici e spensierati come si può essere solo a quell’età. In cinque nella stessa auto, ma tre di loro non ci sono più. Mancavano 30 metri dall’incrocio per San Pietro Vernotico quando la vita di tre ragazzi si è fermata sulla strada provinciale 75. Era il 23 marzo scorso. Due auto coinvolte, i cinque giovani viaggiavano in una Fiat Punto. La dinamica dell’incidente non è ancora chiara, l’auto dei ragazzi si è ribaltata, e nel sinistro è coinvolta anche un’altra vettura di un uomo, rimasto illeso, che subito dopo l’impatto ha pubblicato una diretta facebook riprendendo la scena della terribile tragedia. Davide Cazzato brindisino di 19 anni è stato trovato sull’asfalto senza vita, in auto era morta invece Sara Pierri di 18 anni di Tuturano, mentre Giulia Capone di soli 17 anni è deceduta una volta arrivata all’ospedale Perrino di Brindisi. Tutti e tre erano seduti dietro. Alla guida c’era una ragazza di 20 anni e accanto un altro amico di 21. Nessuno aveva bevuto o aveva assunto sostanze stupefacenti. Tre famiglie da quel giorno sono distrutte. Non si danno pace. “Non vivo più da quattro mesi – spiega Alessandra D’Adamo, mamma di Davide – Voglio sapere cosa è accaduto quella notte. Ci sono troppe cose che non tornano”.
Davide aveva solo 19 anni, si era diplomato all’Industriale Giorgi e stava frequentando un corso post diploma di Logistica portuale. Un ragazzo d’oro, lo descrive la sua famiglia. Sulla tragedia sono in corso le indagini che vengono condotte dai carabinieri. Ma la mamma di Davide non si sente serena. Ha scritto una lettera al pubblico ministero Pierpaolo Montinaro al quale lancia un accorato appello. “Mi rivolgo a lei con la fede e la speranza che a livello umano e professionale venga data la giusta importanza e attenzione a ciò che sto per dirle – scrive la mamma – e ci tengo a precisare prima di qualunque altra cosa, che questa non è una lettera per smuovere compassione o pietà nei miei confronti o nei confronti di mio figlio e della mia famiglia, ma semplicemente è un modo per reclamare la giustizia, che meritano i ragazzi venuti a mancare quella notte maledetta. Oltre ad aver perso mio figlio (che di per sé è il lutto più atroce che si possa subire ed al quale è impossibile ed innaturale sopravvivere) in questo momento sento di dover lottare per conoscere tutta la verità su quello che è accaduto, e dare ai piccoli angeli venuti a mancare, la giustizia che meritano”.
Alessandra D’Adamo dopo aver visionato i verbali dei carabinieri e letto alcune dichiarazioni in merito all’incidente parla di contraddizione, discrepanze e lamenta qualche superficialità. La donna pone alcune domande. “Ci sono dei verbali dei carabinieri –scrive ancora nella lettera – che dichiarano l’ora dell’incidente alle 02:10, verbali dei carabinieri che dichiarano, invece, l’ora dell’incidente alle 02:20, e ancora verbali dei carabinieri che segnalano le 02:37. Ora, le domande che mi pongo, giorno e notte ormai da 4 mesi infernali, sono diverse. Qual è l’orario reale dell’incidente? Dal momento che è stata dichiarata la morte sul colpo e alle ore 02:50, ma in realtà il primo intervento dei carabinieri è stato verbalizzato alle ore 02:10, qual è l’ora reale del decesso di mio figlio? Chi realmente è intervenuto per primo? I carabinieri della stazione di San Pietro Vernotico o i carabinieri della stazione di Torchiarolo, (i quali alle ore 02:20 hanno acquisito la dichiarazione di Antonio Zizzari, l’uomo che si trovava nell’altro auto coinvolta nell’incidente)? I carabinieri sono intervenuti prima o dopo dell’arrivo del personale del 118? Perchè i vigili del fuoco sono stati allertati alle ore 02:48 e non prima? Perchè il “presunto” conducente dell’auto coinvolta nell’incidente (Zizzari) non è stato sottoposto a nessun tipo di test, così come è stato fatto invece per la conducente dell’auto su cui viaggiava mio figlio ed anche per il passeggero superstite (risultati entrambi negativi). Perchè i conducenti ad oggi indagati, sono liberi di continuare a guidare? Perchè i carabinieri sono venuti a dare la tragica notizia dopo ben tre ore che è stata dichiarata la morte di mio figlio? Ci tengo a precisare che il ragazzo aveva in tasca documenti e cellulare funzionante che fino alle ore 6 del mattino continuava a ricevere le nostre chiamate; ma ciò non è bastato alle forze dell’ordine, per rintracciare il domicilio di mio figlio lasciato per terra, per più di 3 ore, da solo e senza una famiglia accanto a lui, come avremmo voluto, e poi messo in un sacco e portato all’obitorio del cimitero di San Pietro Vernotico, invece di consegnarlo subito alle cure dei famigliari, ignari di tutto fino alle 6 del mattino”. Ma c’è altro che la mamma di Davide non riesce proprio a sopportare. “Per ultimo, ma non per ordine di gravità o di importanza – dice ancora la donna – vorrei denunciare il fatto gravissimo per il quale Zizzari, sceso dall’auto, pur avendo dichiarato di essere spaventato e di non avere il coraggio di avvicinarsi a Davide (che si trovava per terra vicino al muro) ha iniziato a filmare una diretta su Facebook, riprendendo mio figlio sull’asfalto, ormai privo di vita, con i carabinieri vicino e che in quel momento non hanno provveduto alla salvaguardia del corpo di mio figlio, oltraggiando i miei sentimenti e quelli dei miei famigliari, oltre che, più di tutto, mancando di rispetto alla dignità di mio figlio. Per di più, questo filmato ha iniziato a fare il giro del web, prima che noi venissimo a conoscenza dell’accaduto”. Chiede giustizia questa donna, pronta a tutto pur di sapere la verità. “A noi non ci importa del risarcimento, ho perso mio figlio per sempre e l’unica cosa che posso fare e lottare affinchè vengano consegnati al più presto alla giustizia, i colpevoli di questa triste e intricata vicenda”.