Per una pedagogia del benessere e della felicità

Robert Louis “Non c’è dovere che sottovalutiamo tanto quanto il dovere di essere felice”

Le festività, in modo particolare quelle religiose, è come se alimentino in noi il bisogno di formulare buoni propositi, come per ripartire da quella parte più saggia e generosa racchiusa dentro di noi. Ci proponiamo di essere più buoni, di pensare più agli altri, di apprezzare il senso della vita. Purtroppo tutto ciò dura un battito di ciglia e poche ore dopo riprendiamo freneticamente la nostra corsa. Così facendo limitiamo il nostro benessere e ipotechiamo la possibilità di essere felici.
La ricerca del benessere è un momento fondamentale della vita di ognuno di noi, non dovremmo permettere che la gioia di vivere, da presenza costante, diventi un miraggio irraggiungibile. Si tratta di scoprire un mondo inesplorato e di godere di ogni opportunità che la vita ci offre nel suo continuo moto di rinnovamento. Occorre essere in contatto con la nostra parte più interiore e prendersi cura del proprio Sé. Non è facile accettare il nostro lato “Ombra” accettarci per quello che siamo e per quello che abbiamo, vivere il Qui ed Ora, il presente, anche quando nella nostra vita compare il dolore. Per una tranquillità dell’animo è necessario liberarci dai pregiudizi, contare solo su noi stessi, sulle nostre energie interiori, non opponendo resistenza a qualsiasi cosa accada. Un detto cinese dice: Se vuoi vincere lascia perdere; in ognuno di noi la fonte energetica della felicità, è far scomparire tutte le paure che spesso rendono la vita problematica.
In alcuni momenti di crisi perdiamo la fiducia in noi stessi e ci sentiamo sopraffatti dalle difficoltà, ma i pensieri ed i sentimenti non hanno un valore intrinseco, siamo noi che attribuiamo loro significato e importanza. Perciò è importante osservare i pensieri e le emozioni, invece di guardare il mondo attraverso di loro. Se prendiamo la distanza da essi e ci accostiamo al mondo con un atteggiamento neutrale, riusciremo a scoprire che l’accettazione di ciò che accade è una precondizione di benessere, senza giudizi. Interrompere gli schemi – percettivi, emotivi, cognitivi, interpersonali, spirituali – che contribuiscono alla sofferenza che genera e utilizza processi automatici, può essere la nostra chiave per il benessere.
Mentre stiamo per mollare, incapaci di affrontare le difficoltà di tutti i giorni, dobbiamo ricordarci che dentro di noi alberga la fonte stessa della nostra gioia; avere un atteggiamento consapevole trasforma le avversità in opportunità.
La felicità è un sentimento che si può apprendere, è come un giardino da coltivare, noi siamo i giardinieri. Dobbiamo considerare che il desiderio della felicità non può essere separato dalla nostra esistenza e questo ci permette di pensare a come educarci alla felicità. Imparare a star bene può essere insegnato affinché possiamo acquisire la capacità di costruirci il proprio personale benessere. Star bene è essenzialmente un sentirci bene. La pedagogia è un progetto di vita, di istruzione, di formazione, che ricerca felicità e futuro, partendo dall’infanzia. Makiguchi scrive: “Una società deve essere attenta al benessere e alle necessità di ogni bambino: se dovesse semplicemente preoccuparsi di trarre profitto da coloro che educa, il risultato sarebbe disastroso per l’una e per gli altri. Essa quindi deve definire gli scopi dell’educazione”.
Tra gli scopi della pedagogia ci sono appunto l’ educare al benessere e al sentimento di felicità, cercare di tirar fuori quelle risorse che spesso pensiamo di non avere, validare i sentimenti e integrare affetti e logica per acquisire e mantenere accettazione, gratitudine, relazioni sociali, felicità, spiritualità.
La pace del cuore porta la pace della mente, il governo delle emozioni, permette di selezionare l’emozione più appropriata rispetto allo stimolo, imparare a calmarsi, acquisire determinazione, fiducia, resilienza; acquisire la mentalità del “io posso”, “ce la faccio”.
La pedagogia restituisce l’anima , affinché quello che spesso viene vissuto come timore si trasformi in stupore , lo stupore del bambino che siamo stati, col coraggio e l’entusiasmo per il presente.
Auguri da tutti noi per una Pasqua felice!

Dott.ssa Federica Protopapa
Dott. Luigi Persano