Aveva già raccontato una vita speciale, quella del ginnasta campione olimpico Juri Chechi, scrivendo con lui l’autobiografia “Semplicemente Juri”. Stavolta si cimenta nella storia di un personaggio altrettanto straordinario ma agli antipodi, per fama e successi mondiali, rispetto al “signore degli anelli”. Carlo Annese, giornalista brindisino di 50 anni, è l’autore di “La maestra di Kabul” (Sperling & Kupfer editore), un racconto scritto a quattro mani con la protagonista, Selene Biffi.
Selene è una imprenditrice sociale che è riuscita a realizzare il suo sogno: aprire una scuola in Afghanistan. Sin da ragazzina si era messa in testa di cambiare il mondo, fondando a 22 anni la sua prima start-up sociale, con appena 150 euro, per offrire corsi online gratuiti a ragazzi di 130 paesi del mondo. E’ poi diventata consulente Onu e membro della Task Force per le Startup Innovative del ministero dello Sviluppo economico ricevendo oltre 40 premi e riconoscimenti internazionali.
Tornata a Kabul dopo aver girato il mondo per le Nazioni Unite, ha deciso di aprirvi una scuola. In un paese con l’80% di analfabetismo e in cui gli insegnamenti si tramandano solo attraverso i racconti, ha avuto un’idea straordinaria: partire dalla tradizione, insegnando agli studenti a raccontare storie, a diventare loro stessi protagonisti e artefici della cultura del loro Paese.
Il sottotitolo del libro racchiude proprio il senso di un sogno trasformato in progetto: “Provare a cambiare il mondo con una scuola per cantastorie”.
Ed è il racconto delle mille prove che la protagonista deve superare per realizzare la sua idea, in una società in cui le donne sono più che marginali e la burocrazia e la corruzione rappresentano una quotidianità che sembra insuperabile.
Selene, descritta attraverso la penna brillante di Carlo Annese, sfida tutto e tutti, superando non solo gli avversari esterni (sfugge a un attentato) ma anche la tentazione di mollare tutto nei tanti momenti di sconforto.
Annese, per anni redattore e inviato della Gazzetta dello Sport, è il vicedirettore del mensile GQ, ma prima ancora è stato cronista nella sua città d’origine per “Quotidiano”, il più giovane giornalista professionista brindisino. Sempre per Sperling & Kupfer editore, ha scritto uno dei racconti storico-sportivi più belli degli ultimi anni: “I diavoli di Zonderwater”, una ricostruzione della vita nel campo di concentramento più popolato di prigionieri italiani durante la Seconda guerra mondiale della quale non si trova quasi traccia nei libri di storia e che gli è valsa numerosi premi tra i quali il Fiuggi Storia 2010, il Bancarella Sport 2011, il Chiavari 2011 e la prima edizione del premio nazionale Antonio Ghirelli nel 2012.