Lo confesso, per averlo, sarei tentato di violare il codice penale, ma il male che mi opprime, la bibliofilia, ovvero la lettura compulsiva, ancora non è arrivata allo stato terminale, quello maniacale di chi, volendo andare oltre la lettura del libro, giunge a dilapidare tutto, anche la propria dignità pubblica, pur di possedere un raro libretto. Quello di cui parlo è esposto, in un suo esemplare, in una teca di una sala collaterale a quella della Colonna di Palazzo Granafei-Nervegna. Si titola “Memoria historia dell’antichissima e fedelissima città di Brindisi” edita nel 1674, dal tipografo Pietro Micheli e scritta dal molto reverendo Padre Maestro Andrea Della Monaca, carmelitano della medesima città. (nel 1967 è stata realizzata una ristampa fotomeccanica con prefazione dell’indimenticato direttore della Biblioteca De Leo, Rosario Jurlaro) Leggerlo, induce al medesimo atto gustativo di una prelibatezza gastronomica.
E’ il principe dei trattati storici sulla città messapica e la sua raffinata e precisa affidabilità è certificata da un corollario di attestati che si leggono nella parte introduttiva del libro. Si tratta di contributi offerti dalle menti più illuminate e via più accreditate sin alle alte sfere di comando vicine al Re Carlo II a cui il libro è dedicato. Al tempo, nella città, erano attivi diversi cenacoli di cultura. Le nobili signorie del tempo si affermavano grazie proprio al predominio economico e col dominio della cultura, ma questo avveniva nel rispetto di canoni e regole condivise. Tra questi cenacoli, mi pare il caso di richiamare quello che operava presso il complesso che attualmente chiamiamo delle Scuole Pie, che si sviluppa attorno alla bellissima chiesa dedicata a San Michele arcangelo dov’è allocato l’attivissimo MAP (Museo mediterraneo dell’arte Presente.
Lì si riuniva l’Accademia degli “Erranti” il cui motto latino era “non errat errando”. Tra gli accademici il Sig. D.Francesco Antonio Dattilo, Marchese si S.Caterina e Regio Governatore della Città di Brindisi, tra gli Erranti appunto, detto il “Peregrino”, il quale scrive per IL corollario dell’opera del Della Monaca, un sonetto titolato “Parla la Città di Brindisi”. Sono trascorsi 341 anni dalla stampa del libro e qualcuno di più da quando l’allora governatore di Brindisi diede voce alla città, alla sua storia e alla sua cultura e in un sonetto breve di 4 versi, disegnò un piano di rilancio socio-culturale che a percepirlo oggi, basterebbe da solo a risollevare le sorti di tutti noi. Egli indicava in una sintesi di modernissima concezione, il valore del singolo quale origine e fine di ogni benessere comune. “con la penna di Andrea, battendo l’ale ne le ceneri mie, io mi rinovo”.
Nel 1960, J.F. Kennedy più volte indicato come una luce per la democrazia affermava: “non chiederti cosa può fare il tuo Paese per te. Domandati cosa tu puoi fare per il tuo Paese”. Al tempo nel quale ognuno pensa per sé e ruba a tutti, pare veramente impossibile sollecitare a Brindisi una rinascita dalle ceneri, ma ognuno è chiamato a non sottrarsi alle proprie responsabilità.
Giancarlo Sacrestano